Con il coronavirus aumenta il bracconaggio: è strage di animali in Africa

Con il coronavirus aumenta il bracconaggio: è strage di animali in Africa

Da quando è esplosa la pandemia da coronavirus, aumenta il bracconaggio in Africa

Rinoceronte a spasso (Foto Pixabay)
Rinoceronte a spasso (Foto Pixabay)

E’ strage di animali selvatici in Africa da quando è esplosa la pandemia di coronavirus. Il lockdown mondiale ha bloccato il turismo ma non il bracconaggio. E’ l’allarme di Map Ives, fondatore di Rhino Conservation Botswana, un’organizzazione no profit che denuncia che da quando sono entrate in vigore le restrizioni dei governi, solo in Botswana, almeno sei rinoceronti sono stati uccisi per il loro corno mentre nel nord-ovest del Sud Africa, secondo le indiscrezioni sono stati uccisi nove rinoceronti.

“È una sanguinosa calamità. È una crisi assoluta”, ha dichiarato Map Ives. Anche in Sud Africa è emergenza bracconaggio per rinoceronti e elefanti.

Purtroppo a causa del lockdown molte associazioni e organizzazioni non riescono ad operare e a aiutare i ranger e i volontari nei paesi africani. Tra questi, Rayn Tate, un ex marine che ha fondato VetPaw, un gruppo di veterani militari americani che combattono i bracconieri in una remota riserva privata nell’estremo nord del Sudafrica. Lo stesso Tate ha dichiarato che purtroppo sono bloccati e non riescono a intervenire sul posto. “È una situazione indifesa. Il bracconaggio non si ferma solo perché c’è un virus – se non altro, riprende”, ha dichiarato Tate.

Covid 19 e bracconaggio

Inizialmente si pensava che la pandemia avrebbe limitato il bracconaggio, considerando che le stesse attività nel settore dei safari e delle cacce al trofeo sono state sospese e bloccate dalle restrizioni e dal crollo del turismo.

Al contrario, il blocco del turismo ha lasciato campo libero ai bracconieri che riescono ad operare in zone dove di norma non possono operare perché invase da turisti e guide.

Anche se sul posto sono presenti i ranger, il loro numero è di gran lunga inferiore per monitorare un territorio così vasto.

“I bracconieri sono stati incoraggiati perché il campo da gioco è a loro favore e non avranno così tanti problemi a spostarsi”, ha sostenuto Ives.

Le organizzazioni hanno ricordato che ha causa del bracconaggio è stata decimata la popolazione dei rinoceronti registrando un crollo del 97,6% della popolazione dal 1960. Adesso è una specie a grave rischio estinzione. Anche la popolazione di leoni si è ridotta del 43% negli ultimi 20 anni, secondo i dati del World Wildlife Fund. Si stima ch eogni anno vengono uccisi 35.000 elefanti africani, 1.000 gorilla di montagna mentre si contano unicamente solo e 2.000 esemplari di zebre di Grevy in tutto il continente.

Il blocco del turismo mondiale comporta un serio rischio per la sopravvivenza di molte specie ma anche per i governi che vivono con gli introiti del settore, fondamentale anche per l’occupazione. Ogni anno si contano 62,5 milioni di turisti e il settore riguarda ben 9,1 milioni di posti di lavoro. E’ anche grazie al turismo che i paesi africani riescono ad investire oltre 39,2 miliardi di dollari in programmi dedicati alla conservazione della fauna selvatica.

 

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C.D.

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