Comune di Roma via libera all’abbattimento dei cinghiali
Un piano operativo che scatena il dibattito con gli animalisti. Per far fronte alla presenza dei cinghiali in alcuni quartieri periferici della Capitale, la Giunta Raggi ha siglato un protocollo d’intesa con la Regione nel quale è stata inserita una procedura complessa per la rimozione dei cinghiali.
Nel testo viene specificato che i cittadini dovranno segnalare la presenza dei cinghiali tramite e-mail o per telefono al Comune. Dopodiché sarà convocato un tavolo per poi procedere ad un sopralluogo e alla rimozione dei cinghiali che nella maggior parte dei casi prevede il loro abbattimento.
Quello che molti considerano una “vittoria animalista” per la lungaggine burocratica si rivela una vera e propria trappola mortale per questa specie.
Nessun programma di prevenzione per risolvere la questione a lungo termine. Al contrario, la soluzione contemplata dalle autorità è quella di abbattere i cinghiali.
“Nel Lazio, come in tutto il territorio nazionale, il cinghiale rappresenta il principale fattore di conflitto tra specie animali e attività dell’uomo”, scrive il Comune nel provvedimento.
La procedura partirà dalle segnalazioni. Successivamente la Polizia Locale e Guardiaparco Regionali dovranno effettuare un sopralluogo nel luogo dove è stato avvistato il cinghiale. Sarà poi convocato un tavolo tecnico.
Secondo il provvedimento vi sono tre tipi d’azione:
- cattura con teleanestesia e conseguente eutanasia del cinghiale
- cattura con trappola e conseguente conferimento vivo ad una ditta incaricata per l’allevamento alimentare (le aziende agricole scelte dalla Regione Lazio per il conferimento dei cinghiali vivi sono due, una a Viterbo ed una a Cerveteri)
- l’abbattimento con arma da fuoco.
Ovvero in ogni situazione di cattura l’animale è condannato a morte.
In una minima parte, il Comune assume le proprie responsabilità, impegnandosi a “evitare la presenza di rifiuti, organici e non, in tutto il territorio di competenza, al fine di eliminare ogni potenziale fonte trofica d’origine antropica in grado di attirare i cinghiali all’interno del perimetro urbano”.
Animalisti sul piede di guerra
“Siamo sconcertati per la Deliberazione n.190 della Giunta capitolina in materia di gestione del cinghiale nel territorio di Roma Capitale. Il testo prevede l’abbattimento selettivo degli ungulati. Una scelta scriteriata che può costituire un pericolo per l’incolumità dei cittadini”, scrive in una nota Rinaldo Sidoli, portavoce di Alleanza Popolare Ecologista.
“Ravvisiamo evidenti e chiari profili di illegittimità nella Deliberazione poiché non è previsto alcun limite agli abbattimenti. Non è un piano di controllo, è più una una caccia selvaggia a un essere innocente. Questi animali selvatici sono attratti dalla città per il facile reperimento di ‘rifiuti depositati intorno ai cassonetti, micro discariche che si formano ai bordi delle strade’. Queste parole presenti nella disposizione sono le ammissioni di colpa di una Giunta comunale e regionale incapace di gestire l’emergenza rifiuti”. Prosegue Sidoli, concludendo di contestare non solo “la legittimità del provvedimento; contestiamo, anche e soprattutto, l’impostazione strategica che ne sta alla base. Da una parte la Regione Lazio mette a disposizione due strutture atte al conferimento dei cinghiali vivi catturati nell’ambito delle operazioni di controllo e dall’altra si autorizza l’abbattimento degli animali o l’eutanasia degli animali anestetizzati. È chiaro che vogliono turlupinare gli animalisti. Non c’è una volontà di salvaguardare la vita. Il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e il Sindaco di Roma, Virginia Raggi, non amano gli animali”.
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