A Torri del Benaco, località in provincia di Verona, sul Lago di Garda, il Sindaco Stefano Nicotra
Come sottolinea l’Associazione Italiana Difesa Animale e Ambiente (Aidaa) si tratta di un avviso definito “illegale”. Nell’ordinanza viene scritto che i proprietari dovranno munirsi di “palette o appositi strumenti adatti alla raccolta di deiezioni, provvedere nel caso in cui i detti animali lascino deiezioni ivi compresa l’orina (secondo la Treccani meglio nota come urina definita come secrezione renale) all’immediata asportazione delle stesse e alla completa pulizia del suolo”.
Tuttavia, il cartello apparso lungo la riva del lago non reca alcun numero di ordinanza, tanto che lo stesso presidente dell’associazione Lorenzo Croce afferma senza mezzi termini che “siamo all’assurdo per non dire al ridicolo. A Torri del Benaco non esistono aree di sgambamento per i cani, nessun distributore di sacchetti per la raccolta delle deiezioni e a questo si unisce l’assurdo obbligo di raccogliere le urine dei cani, possiamo capire se si chiede di pulire con dell’acqua la zona dove il cane ha fatto la pipì ma che la stessa debba essere raccolta è una trovata fantozziana per non dire altro”.
Entrando nel merito del tema, l’Aidaa ha invitato il sindaco a emettere un’ordinanza con la quale siano definite le aree per cani, invitandolo ovviamente a togliere la decisione di raccolta delle orine quanto prima, rivelandosi un obbligo “ridicolo” in un paese a vocazione turistica.
Infatti, si tratta di una decisione in controtendenza, in quanto negli ultimi anni, non solo sono aumentate nel Belpaese le aree verdi per cani nei Comuni, ma anche le strutture di accoglienza e i servizi dog friendly.
“Ovviamente manderemo questo comunicato e il cartello anche alle tv e ai giornali del nord europa cosi che anche i turisti tedeschi ed austriaci sappiano che qui vi sono regole che fanno ridere persino i polli”, ha poi concluso il presidente Aidaa.
Dal canto suo il sindaco, come riporta ilgazzettino.it, ha replicato di essere “amico degli animali”, sottolineando che molti proprietari “portano i cani a fare i bisogni sulle aiuole e le rovinano. Abbiamo realizzato dei tappeti verdi che vanno rispettati; rispetto che invece non dimostrano quei proprietari di cani che lasciano i loro animali fare la pipì sul verde pubblico e nelle strade del centro”.
Nicotra ha pertanto precisato che il provvedimento “riguarda il centro storico e ha l’obiettivo di responsabilizzare i proprietari di cani, stimo cercando di educarli”, concludendo che “chiediamo buon senso per i tre mesi della stagione turistica”.
Tuttavia, è utile ricordare che dal punto di vista del buon senso, nei vademecum sul comportamento dei padroni con i loro cani nei centri storici, viene sempre suggerito di passeggiare muniti non solo di bustine di plastica ma anche di una bottiglia di acqua per sciacquare casomai l’area in cui il cane ha orinato, tanto più se si tratta di un monumento storico. Si tratta di senso civico e di piccoli trucchi per una serena convivenza, in modo da evitare che i nostri poveri pelosi siano sempre vittime di discriminazioni.
Non a caso, lo scorso anno, la corte di Cassazione è intervenuta sull’annoso tema, respingendo la denuncia del reato di deturpamento presentata dal proprietario di un edificio storico di Firenze contro il proprietario di un cane, che aveva lasciato il suo animale fare la pipì sulle mura del palazzo. La Corte aveva però stillato una vademecum della buona condotta dei proprietari dei cani a passeggio, invitando i proprietari ad “intervenire con atteggiamenti tali da farlo desistere quantomeno nell’ immediato” dal fare i bisognini sui muri di affaccio degli stabili o sui mezzi parcheggiati. La Cassazione aveva poi indicato che nell’impossibilità di vietare al cane di fare pipì è bene portarsi dietro una bottiglietta d’acqua per ripulire.
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