Il commercio di specie esotiche è online, le sue vittime in questo caso sono più di 1200 animali, specialmente aracnidi.
Migliaia di aracnidi sono oggi chiusi in scatole in plastica piene di sabbia, fungono da materia prima in una fitta rete di commercio illegale online, che prevede transazioni virtuali. Un vero e proprio mercato nero a scapito di specie esotiche protette. Gli esperti sottolineano l’importanza del fenomeno, commentando quanto sia preoccupante l’ampiezza della rete commerciale, che è disponibile sotto innumerevoli motori di ricerca.
Gli esemplari sono circa 1264, le famiglie a cui appartengono 66, e 371 i generi in commercio. I numeri sono assolutamente allarmanti, il sessantasei percento di loro viene catturata direttamente dal loro ambiente naturale per poi essere inscatolata e venduta virtualmente.
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Gli scienziati raccontano come è stato incredibile scoprire la presenza di questi animali sul web, infatti, cercando nomi comuni, appare immediatamente una lista infinitamente lunga di siti che permettono di acquistare gli esemplari online, comodamente da casa, come cibo da asporto. Cataloghi su cataloghi, senza alcuna protezione, direttamente accessibili a chiunque fosse mosso anche da semplice curiosità.
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“Sono comprese specie sorprendenti come l’enorme scorpione della foresta asiatica” racconta il New York Times. Dopo accurate ricerche, la presenza di alcuni esemplari ha suscitato parecchio scalpore tra la comunità dei biologi che hanno esaminato il caso: si era immaginato che le possibilità di acquisto fossero limitate ad esemplari già studiati approfonditamente da professionisti, il reale pericolo di questa incredibile situazione è che moltissimi di questi ragni sono assolutamente sconosciuti persino agli esperti, ecco perché l’acquisto potrebbe rappresentare una concreta fonte di pericolo per questi incoscienti acquirenti.
Oltre a questo pericolo se ne aggiunge un altro altrettanto preoccupante: i ragni rappresentano un tassello fondamentale all’interno dell’ecosistema naturale, venendo a mancare a causa di chi decide di sottrarli al loro habitat, viene innescato un effetto domino, causante forte stress ambientale. La necessità è quella di un fattore riequilibrante, cosa che chiaramente non avviene in assenza di esperti del caso durante questi “prelievi”.
La presenza di questi mercati illegali è uno dei fattori che contribuisce fortemente alla progressiva diminuzione di biodiversità, spiegano gli esperti, come la leggerezza con la quale questi gesti vengono compiuti, minano gravemente alla preservazione dell’ambiente naturale. A causa del commercio le specie cominciano a scarseggiare, questo però, è sempre più in crescita, incrementando la presenza di nuovi esemplari.
I ragni non sono risorse inesauribili, questa dinamica che momentaneamente sembra funzionare perfettamente è destinata a concludersi, una fine che vedrà come vittime questi esemplari che spesso vengono raccolti da inconsapevoli collezionisti, non curanti dell’impatto che susciterà l’assenza dell’animale, che se pur piccolo, possiede un ruolo fondamentale nell‘eco sistema. L’incoraggiamento degli esperti è quello di riflettere sullo scopo di questi acquisti, senza lasciarci invaghire dalla particolarità di certi esemplari, e lasciandoli quindi nel loro habitat. (Beatrice Croce)
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