Combattimenti tra cani: c’è chi vorrebbe legalizzarli

Combattimenti tra cani: c’è chi vorrebbe legalizzarli

@Getty Images

In molti paesi i combattimenti tra cani sono legali come in Cina, dove permane un’antica tradizione nella quale venivano fatto combattere gli Shar Pei e dove nel villaggio di Sanjiao, nella contea di Kishan, per celebrare la fine del Festiva della Primavera, vengono promossi dei combattimenti fino alla morte degli esemplari. In altri paesi, i combattimenti sono un intrattenimento, come in Mongolia o in Afghanistan, dove i cani combattono fino a quando un esemplare prevale sull’altro o il padrone decide di abbandonare l’arena.

Nei paesi occidentali, come in Europa, questa forma d’intrattenimento è vietata. In Italia, è stata introdotta una legge, la nr. 189 del 2004, “Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate” che specifica che “chiunque promuove, organizza o dirige combattimenti o competizioni non autorizzate tra animali che possono metterne in pericolo l’integrità fisica è punito con la reclusione da 1 a 3 anni e con la multa da 50.000 a 160.000 euro”. La pena aumenta nel caso in cui ci siano minorenni o persone armate o se vengono effettuare delle riprese, arrivando al carcere dai 3 mesi ai 2 anni anche per chi alleva o addestra cani da combattimento. Infine, in base alla norma, i cani vengono sequestrati.

Tuttavia, permane l’illegalità dei combattimenti e non a caso, proprio in occasione dell’ingresso della Croazia nell’Unione Europea, nel 2013, venne fuori il problema di dare un regolamento agli allevamenti, soprattutto di molossi, diffusi in Croazia, per il timore di una diffusione di queste razze in Italia e il conseguente aumento del fenomeno dei combattimenti illegali e traffici di cani.

Eppure, c’è chi in Italia è a favore dei combattimenti e sostiene che i cani si divertono, avanzando delle proposte, specificando che andrebbero legalizzati e regolamentati con tanto di presenza di staff veterinario sul ring per controllare la sicurezza e la salute dell’animale. A dire il vero, se per molti si tratta di una proposta folle, c’è chi, addirittura dei politici sono favorevoli alla legalizzazione dei combattimenti tra cani come un esponente di spicco del congresso americano. Infatti, ha fatto scalpore lo scorso anno, la dichiarazione shock del senatore repubblicano Steve King dell’Iowa che in un’intervista televisiva ha sostenuto che è giusto normalizzarli sostenendo: “È sbagliato mettere gli animali su un piedistallo al di sopra degli umani. C’è qualcosa di marcio in una società che pensa sia un crimine vedere i cani che combattono, ma non c’è nessuna legge che vieti a qualcuno di vedere persone che lottano”.

Un’affermazione che di certo ha sconvolto l’opinione pubblica e tra i presenti al programma televisivo ha indignato anche l’ex wrestler Dave Bautista, diventato attore in film come I guardiani della galassia e Blade Runner 2049: “Mettetelo in una gabbia con me e gli farò cambiare aspetto, lo prometto”, ha subito replicato Bautista, ricordando qualche differenza sostanziale non di poco conto, precisando che “i cani non si allenano da soli a combattere e non si mettono da soli nelle gabbie”. L’ex lottatore ha fatto capire il vero significato che si cela dietro la natura di un animale e la sua aggressività. Ovvero che combatte per difesa, per accoppiarsi o per la sopravvivenza, non di certo per un semplice gioco. L’animale ha differenza dell’uomo ha rispetto per la vita: “Vive e lascia vivere!”.

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