Cinque leoni e dodici tigri sono stati liberati dall’organizzazione internazionale ADI: vivevano in un inferno quotidiano. Operazione ancora pericolosa.
La mobilità, cittadina e istituzionale, cresce sempre di più. Se è vero che siamo continuamente abituati a cibarci di “cattive notizie”, con le migliaia di notizie che leggiamo nel web ogni giorno, dall’altra parte c’è una carrellata di buone notizie che spesso nemmeno immaginiamo.
Ricordate quella “cantilena” che ripete: “Una notizia cattiva porta sgomento, una buona non lascia il segno”. Ecco, dovremmo disabituarci a sentire questa cantilena retorica. Le notizie, esistono, e devono far breccia siano esse cattive, o buone. Senza concentrarci troppo sull’indignazione.
Altrimenti rischiamo di lasciare all’angolo delle belle notizie come quella arrivata poche ore fa direttamente dall’ADI, Animal Defenders International, un ente di beneficienze britannico che si occupa di salvare animali, soprattutto selvatici, tenuti in pessime condizioni. Come detto poc’anzi, nelle ultime ore i volontari si sono imbattuti in una missione a dir poco pericolosa. Provando a liberare 5 leoni e 12 tigri da un vero inferno.
Leoni e tigri finalmente liberi: ora sono all’interno di un santuario di cui non si può dire il nome
A volte non lo sappiamo, ma lì fuori ci sono dei veri eroi. Disabituiamoci che gli eroi sono quelli con maschera e mantello. Magari, un giorno, verranno anche loro a darci “una mano”, ma per ora sono altri. Soprattutto se ci rapportiamo tra noi “adulti”.
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Gli eroi sono coloro che si mettono al servizio del più debole senza aspettarsi nulla in cambio, sia in termini monetari che morali. Fanno un’opera a prescindere da tutto, perché parte da dentro. Com’è successo ad alcuni volontari dall’ADI, Animal Defenders International, che qualche ore fa hanno finalmente liberato cinque leoni e dodici tigri tenute all’interno di un inferno nel Guatemala.
Questi bellissimi e grandissimi esemplari selvatici era costretti a esibirsi, tre volte al giorno, davanti al pubblico pagante. Come al solito: esseri umani corrotti in ginocchio davanti al dio denaro. Un’operazione delicatissima, nella quale questi ragazzi e queste ragazze hanno dovuto impiegare tutte le loro forze.
Alla fine ce l’hanno fatta. Tutti gli esemplari sono stati sottratti a uomini e donne corrotte, gangster del posto, uomini d’affari loschi. Insomma, della gente che non vorremmo mai vedere dinanzi ai nostri occhi durante il giorno, ma dritta dritta al “fresco”.
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Proprio per i seguenti motivi il nome del santuario del Sud Africa, per ora, è stato tenuto all’oscuro. I componenti dell’ADI hanno deciso di non rivelare assolutamente nulla, se non la nazione di appartenenza. Per il momento, dato l’affrontare delle persone corrotte fino al midollo, si potrà sapere solo questo. Ma “questo” ci basta: i leoni e le tigri sono finalmente a casa, liberi dalla schiavitù di una vita.