Per cinque cani salvati dal traffico illegale lo scorso anno si mette male: prima adottati, ora rischiano di perdere la propria famiglia.
Quella del traffico illegale è una pratica ancora molto diffusa e intorno alla quale c’è un giro di soldi davvero losco. La sensibilizzazione è a tutt’oggi molto alta, ma non è ancora molto sul piano della prevenzione. Per ora si può “solo” intervenire e cercare di tappare più buchi possibili.
Stessa e identica cosa è successa lo scorso 11 dicembre. Eravamo ancora nel vecchio e catastrofico 2020, quando cinque anni sono stati salvati, sull’autostrada A4, nelle vicinanze di Udine, da una macchina con targa dell’Est Europa che li portava in Italia senza vaccinazioni né permessi vari.
Esattamente erano Teo, Tino, Ambra, Scooby e Yule. La Polstrada (Polizia Stradale) aveva intercettato l’autovettura e fermato il trasporto illegale. Poi, i cuccioli, erano stati in affidati, momentaneamente, a un allevamento nelle vicinanze dell’autostrada per cercare di curarli. Dato che viaggiavano in situazioni pressoché pietose.
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I cani salvati dal traffico illegale: le “vecchie” famiglie li rivogliono con sé
Una volta portati in salvo, tutti e cinque i cuccioli sono stati curati affinché potessero riprendere a camminare da soli. Proprio perché ancora cuccioli il problema poteva diventare ancora più grande di quello che già era in partenza.
Alcune famiglie del posto si sono presi cura di loro, adottandoli dentro le loro case. Quasi tutte le famiglie hanno dei bambini a carico, i quali si sono trovati subito molto bene a giocare con i cani a divertirsi con loro. Ma nelle ultime ore è arrivata l’amara sentenza che sta facendo discutere (e non poco) sull’accaduto.
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Come riportato dal Messaggero Veneto, la Procura ha disposto il cambio di custodia, riconoscendo che gli animali appartengono a chi li ha pagati in precedenza. Le famiglie hanno da subito preso posizione e chiamato in causa l’avvocatessa Alessandra Marchi, che sta cerando di far ragionare le parti per trovare la miglior soluzione possibile.
In verità, il fatto principale, è quello che non si può accettare di dare in affido questi cani a chi ha pagato per averli pur sapendo che venivano da posti davvero angusti e pregni di illegalità. Questo, come riporta l’avvocatessa stessa e la Lega Italina per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, potrebbe essere un brutto segnale alla lotta contro il traffico illegale di cuccioli che girano in condizioni pietose da una parte all’altra del Vecchio Continente, quale è l’Europa.