Polemiche in Rete per una cinghialina che è stata soccorsa nel territorio di Monzuno, nel bolognese, ma poi soppressa a Monte Adone. “Le è stata praticata l’eutanasia”, denuncia Davide Celli, “figlio d’arte”. L’attivista è infatti il figlio del noto etologo Giorgio Celli ed è in prima linea in diverse battaglie in difesa degli animali. Dal Centro tutela fauna esotica e selvatica di Monte Adone si difendono: “Salviamo animali tutti i giorni, lo abbiamo fatto anche stanotte con un capriolo e una volpe. Purtroppo non tutti gli animali soccorsi possono essere salvati, specialmente con dignità e rispetto”.
Ma Davide Celli dà una propria versione dei fatti e lamenta: “Vorrei non aver mai incontrato la cinghialina questa mattina. Vorrei che non fosse mai successo. Ne porto il peso della responsabilità. Forse dovevo spingerla nel bosco e lasciarla lì. Voglio dimenticare tutto”. L’animalista ha spiegato di aver trovato “un piccolo di cinghiale nel fosso accanto alla strada. Così ho chiamato il Comune. Dopo dieci minuti è arrivato il Sindaco, Marco Mastacchi, gli operatori del Centro Recupero Fauna di Monte Adone e il veterinario dell’Ausl di Loiano”.
“E’ una femmina e purtroppo ha il bacino fratturato” – racconta Davide Celli – “Dubito che possa tornare a camminare se non con l’ausilio di un carriolino. Se volete sapere come sta potete scrivere al Centro Monte Adone, non so cosa ne sarà di lei però, nel caso servisse, si potrebbe versare al Centro Monte Adone un contributo per il carriolino”. Elisa Berti di Monte Adone però spiega che non è andata esattamente così e che la cinghialina aveva una frattura scomposta a un arto posteriore e una lesione della colonna vertebrale. Lesioni che nel caso di animali domestici possono essere supportate con un carriolino.
“Un conto è un cane, che vivrà con la sua famiglia, un conto è un cinghiale” – sottolinea Elisa Berti – “Non potrebbe condurre una vita dignitosa nemmeno col carriolino all’interno di un recinto; a volte lo male accettano i cani, figuriamoci un cinghiale”. Proprio non sussistendo queste condizioni è stata necessaria l’eutanasia, chiosa.
Nelle scorse ore, i Carabinieri della Stazione di Montoro Superiore hanno sorpreso due persone che, a bordo di un fuoristrada, tornavano in paese. I due rientravano dal bosco con un carico sospetto. E infatti all’interno del veicolo veniva rinvenuto un cinghiale del peso di circa 80 chili.
Inoltre, venivano rinvenuti un fucile da caccia di dubbia provenienza, completo di munizioni, una coppia di walkie talkie ed un grosso coltello. Il tutto è stato sottoposto a sequestro. I due bracconieri, sembra molto giovani, venivano denunciati per ricettazione, porto abusivo di arma ed esercizio della caccia in periodo di divieto. Di questi reati dovranno rispondere davanti alla Procura della Repubblica di Avellino.
GM
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