Era già nell’aria e a dire il vero si tratta di una norma che stava valutando lo stesso governo centrale della Repubblica popolare cinese. Fortunatamente, non è stata ancora introdotta sul piano nazionale ma molte città sta pensando ad applicare delle restrizioni sulla detenzione dei cani come la legge del cane unico ovvero la one dog policy o sulle razze pericolose.
Nel 2009, la città di Chengdu aveva introdotto questa norma, mentre nel 2011, a Jangmen è stato addirittura vietato ai residenti di possedere cani.
A distanza di qualche anno, si parla ancora della “one dog policy”, approvata in questi giorni dalla città di Qingdao, situata nell’est della Cina. La norma ha introdotto delle sanzioni per i proprietari dei cani che rischiano una multa di 2000 yuan di multa (circa 263 euro) per chi ha più di un cane. Inoltre è stata anche elencate la lista delle 40 razze considerate pericolose, come i Pit Bull, i Dobermann, Akita, Pastori Tedeschi oi mastini tibetani, che non possono più essere allevati.
In base alla nuova norma chi ha più di un cane deve separarsi dell’animale.
Per poter monitorare e controllare la situazione le autorità centrali hanno anche stabilito una tassa di proprietà di 400 yuan ovvero 50 euro che i padroni dei cani dovranno pagare. Inoltre è stato introdotto l’obbligo di registrazione dei cani.
Ovviamente, la normativa ha sollevato un’ondata di polemiche e molti proprietari di cani sarebbero indignati. “In passato abbiamo avuto la legge del figlio unico, adesso quella del cane unico. Non abbiamo idea di quante vite innocenti saranno uccise”, ha scritto una utente su twitter.
Uno scenario davvero preoccupante e agghiacciante se si pensa a tutti quei cani che saranno strappati alle loro famiglie e considerando che in Cina vi sono ben 100 milioni di cani domestici. In base alle statistiche, la maggior parte dei proprietari dei cani sono under 45 anni. Il 62% della popolazione detiene un cane a fronte del 19% che ha un gatto.
Stando a quanto riportano i media locali, la norma è stata pensata e valutata dalle autorità centrali per contrastare l’aumento di aggressioni e attacchi di cani. Il fenomeno randagismo è anche molto presente nel paese.
Anche se la classe media cinese sta cambiando il suo approccio nel considerare il cane come membro di una famiglia, la Cina resta ancora un paese in cui i cani non sono considerati animali domestici ma bensì oggetti utilitari per andare a caccia o allevati come bestiame per l’alimentazione. Ecco perché molte famiglie nei villaggi detengono più di un cane e accade che si creino dei propri branchi che rischiano di essere pericolosi.
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