Una storia lunga due anni che al suo epilogo impartisce una lezione all’uomo. Ecco cosa è successo al piccolo Ciccio il capriolo.
Tutto ha inizio due anni fa quando una famiglia, durante una gita fuori porta, incontra un piccolo capriolo apparentemente solo e abbandonato. Decidono di portarlo via con loro, a casa, ma non sanno che quel cucciolo era stato lasciato lì, nascosto nell’erba alta e al sicuro dai predatori incapaci di sentire il suo odore, da sua mamma che si era semplicemente allontanata in cerca di cibo.
La famiglia sceglie per il capriolo il nome Ciccio, lo allatta e se ne prende cura. Passano i mesi e Ciccio cresce, ma non ha né giardini né campi per correre in libertà e quella casa diventa troppo piccola per lui. I vicini della famiglia decidono di denunciare quanto sta accadendo alla Forestale che sequestra l’animale e lo affida al Centro Recupero Animali Selvatici di Genova. Qui gli addetti si accorgono subito che Ciccio si è “umanizzato” e si comporta come un cane domestico: fa le feste agli umani, gioca, cerca le coccole e non è abituato a stare fuori, a contatto con la natura.
Inizia il progressivo re – inserimento in natura: Ciccio viene portato all’aria aperta nelle ore più calde, ogni giorno per qualche minuto in più e dopo un po’ di tempo si trasferisce all’aperto. Pian piano il capriolo cresce, comincia a capire che i suoi simili non sono gli umani, riacquista la sua indipendenza, non va più incontro agli uomini ma anzi comincia a nascondersi, sulla sua testa spunta il palco (le corna dei cervidi) e ora è pronto a lasciarsi alle spalle il suo passato.
Ciccio si volta indietro un’ultima volta, guarda per un attimo il suo passato e poi corre a conquistare il suo presente e a vivere il suo futuro finalmente in natura. Lo scatto fa il giro del web.
L’uomo spesso ignora e non rispetta la natura e questa storia ne è l’ennesima dimostrazione.
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S.C.
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