Chiusura della caccia: il bilancio delle associazioni
Si è chiusa la stagione venatoria 2019-2020 con un bilancio stillato dalle associazioni negativo. Milioni di animali uccisi e ben 15 cacciatori morti e 49 feriti in incidenti.
Di fronte a questo bollettino di guerra, le associazioni animaliste, Enpa, Lipu e Wwwf, richiamano l’attenzione del Ministro dell’Interno per quanto riguarda la sicurezza dei cittadini.
Le vittime della caccia
Non solo gli animali selvatici, sempre più rari sono “uccisi solo per il sadico divertimento di pochi”. Durante la stagione venatoria, si verifica un triste fenomeno di piccoli eserciti che girano armati in natura. L’Enpa ha voluto ricordare che molte “regioni calpestano sentenze di Tar, Corte Costituzionale, Consiglio di Stato e gli autorevoli pareri scientifici al fine di mantenere una manciata di consensi”.
Questo non solo minaccia l’ecosistema e la sopravvivenza dei selvatici ma anche la sicurezza dei cittadini. Sono infatti numerose le vittime della caccia. Non solo cacciatori che si feriscono inavvertitamente. “Questo il terribile quadro della caccia in Italia che devasta ambienti, inquina habitat e mette in pericolo la vita di escursionisti, cittadini, e anche dei bambini”. Commenta Enpa.
“Dietro questo tentativo di banalizzare gli ‘incidenti di caccia’, c’è ovviamente la necessità per il mondo venatorio, di ricondurre a una presunta normalità gli eventi che vedono vittime umane cadere sotto i colpi delle doppiette o delle carabine”, ha dichiarato Massimo Vitturi, responsabile LAV Animali Selvatici, spiegando che “quando una persona cade vittima di un fucile da caccia ci sono solo due possibilità: chi ha sparato non ha controllato cosa fosse inquadrato nel mirino dell’arma oppure, fatto ancora più grave, ha constatato che il suo colpo avrebbe centrato una persona”.
Trattandosi non d’incidenti bensì di incosciente gestione dell’arma in dotazione, la Lav ha pertanto “scritto al Ministro dell’Interno Lamorgese chiedendo che al verificarsi di presunti ‘incidenti venatori’, sia immediatamente ritirata la licenza di porto d’armi del proprietario del fucile che ha sparato, avendo egli dimostrato di non essere in grado di gestire l’arma”.
Il tema è sempre attuale. Squadre di cacciatori si spingono anche vicino alle abitazioni, senza rispettare le norme di sicurezza. Nei fine settimana, nel periodo della caccia, diventa pericoloso passeggiare nei boschi o in montagna.
Caccia e bracconaggio
A questo si aggiunge il fenomeno del Bracconaggio, così come ricordato dalla Lipu-Birdlife che ha promosso una petizione, raccogliendo 100mila firme con il quale chiede “un intervento normativo su bracconaggio e caccia illegale, incluso un provvedimento straordinario come il Dave (Divieto di attività venatoria), che fermi la caccia in presenza di atti di bracconaggio.
Le violazioni dei cacciatori sono all’ordine del giorno. Dai dati, solo dalle guardie delle associazioni, quali il WWF, sono stati registrati 178 sequestri e 170 violazioni penali. Il Wwf lamenta la carenza di vigilanza che non garantisce un monitoraggio del fenomeno della caccia illegale e del bracconaggio.
“Specie rare e protette uccise a fucilate – tra cui capovaccaio, ibis eremita, aquila di Bonelli, lanario, per non parlare degli enormi traffici di uccelli da richiamo – ; buona parte delle regioni italiane che continuano a violare, in maniera sistematica, le leggi italiane e i principi europei e internazionali sulla tutela della fauna selvatica e l’attività venatoria: 9 i ricorsi amministrativi da parte del Wwf accolti dai giudici in altrettante regioni. Le 323 guardie Wwf in quasi 15.000 ore di servizio hanno rilevato 645 violazioni, 170 delle quali di tipo penale con relativa segnalazione alle Autorità competenti, hanno disposto 178 sequestri, comminate sanzioni per 172.500 euro e hanno recuperato 705 animali”. Scrive il al 1 settembre 2019, primo giorno di caccia della stagione che si chiude in questi giorni, sono stati numerosi gli eventi di bracconaggio e, nella stragrande maggioranza dei casi, gli autori erano cacciatori in possesso di regolare licenza, a dimostrazione che il bracconaggio trae linfa vitale proprio dal mondo della caccia.
C. D.
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