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Chiedono un po’ d’acqua per il cane: il gestore del bar inserisce il costo del servizio nello scontrino

Se da una parte sui social sta circolando un avviso che risale al 1877 firmato dal Magistrato Civico di Trieste, per cui veniva ricordato che i negozi, le attività o i cittadini erano tenuti, nella stagione calda, a tenere una ciotola di acqua “affinché i cani vaganti possono dissetarsi”, altrimenti andavano incontro ad una pena stabilita dall’art. 127 dello Statuto Civico, quel senso civico, oggi giorno sembra lentamente dissolversi.
A riprova di questo, la vicenda accaduta ad una coppia che a Treviso ha consumato uno spritz e acqua e menta ad un tavolino in un bar. Gentilmente i due clienti avevano anche chiesto al personale una ciotola d’acqua per il cane. A grande sorpresa, quando la coppia è andata a pagare, nello scontrino era stata inserita la voce “acqua cane” per un totale di 30 centesimi.
Un elemento che, come riporta la tribunatreviso.gelocal.it, ha ovviamente sollevato una polemica, alla quale, molto sfrontatamente i proprietari hanno replicato, giustificando il costo per il “servizio e citolina”.

In ogni modo, non solo ricordiamo che l’acqua è un bene pubblico, ma che gli stessi gestori del bar, non possono rifiutarla a chiunque entri nel loro locale e che se chiede l’acqua del rubinetto, questa deve essere gratuita! Ecco perché in questo caso non si tratta tanto di 0,30 cs del costo ma quanto invece del principio stesso! Come sempre accade la notizia e la fotografia dello scontrino sono rimbalzati sui social sollevando un’aspra polemica e migliaia di condivisioni.

Se lentamente, la collettività perde questo senso civico, ci chiediamo dove andremo di questo passo a finire! Un senso civico che indica una mancanza di rispetto per gli essere viventi per cui addirittura nel novembre del 2014, il gestore di un locale a Vigevano, in provincia di Pavia è stato multato con una sanzione di 168 euro per “occupazione di suolo pubblico”., in quanto aveva messo a disposizione una ciotola per fare abbeverare i cani, fuori dal locale che la polizia locale definì “una struttura a base circolare di 30 centimetri di diametro e 50 centimetri di altezza che conteneva una bacinella ai piedi contenente acqua”.

“Era una ciotola che avevamo esposto fuori dal bar per consentire ai clienti o, comunque, a chi passava di lì, di far bere il cane. Francamente non pensavo di violare il Codice della strada, voleva solamente essere un gesto di cortesia nei confronti di chi ha il cane e passa qui davanti. Tra l’altro, quando la vigilessa è entrata al bar per dire che la ciotola lì fuori non poteva stare, il mio commesso l’aveva tolta subito. E non è stata data la multa in quel momento, è stata notificata dopo”, aveva dichiarato la titolare dopo aver ricevuto la multa.

Fortunatamente il caso ha sollevato un polverone e il Sindaco di Vigevano, scusandosi ha poi dato il buon esempio, pagando la multa inflitta al gestore  del locale: “Ritengo che la polizia locale abbia ben altre priorità, quali garantire la sicurezza e il decoro della città. Mi sarei augurato un po’ più di buon senso”, commentò il Sindaco.

 

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