Equitazione naturale come cambia il rapporto con il cavaliere da quella classica e cosa comporta
La monta naturale si fonda sul binomio cavallo-cavaliere e sul dialogo. Un rapporto collaborativo che non vuole la sottomissione dell’animale ma bensì stimolandolo attraverso il gioco, l’intesa nel rispetto della sua natura.
L’equitazione si è sviluppata nell’arco di millenni. Se il rapporto iniziale si fondava sulla sottomissione dell’animale, giocando con la sua paura, la monta naturale si fonda principalmente sul linguaggio dei cavalli. L’approccio al cavallo avviene in modo naturale già a partire dal tipo di doma, detta “doma etologica“.
La filosofia di base è lo scambio e la condivisione con l’equino. La necessità della monta naturale nasce dall’interesse di alcuni importanti cavalieri che hanno cercato di migliorare la performance con il cavallo.
Tra questi, a fine Ottocento, Federico Caprilli è stato uno dei primi a introdurre alcuni metodi di equitazione naturale introducendo maggiore libertà di movimento al cavallo, assecondando i suoi movimenti naturali. Il “sistema naturale di equitazione” che si fonda sull’assetto del cavaliere è stato successivamente integrato dal mondo equestre tradizionale e agonistico. E’ il cavaliere che si deve adattare al cavallo e non il contrario.
Tuttavia, per molti anni e ancora oggi, questa pratica non è del tutto rispettata. Un’applicazione rivoluzionaria con la quale armonizzare il baricentro del cavaliere con quello del cavallo sviluppando l’equilibrio e accompagnando l’impulso del cavallo che viene aiutato a utilizzare l’oscillazione della colonna vertebrale.
A differenza di questo tipo di monta naturale, la monta classica ha proseguito nel metodo contrario: quello di sviluppare la forza del cavallo con una maggiore inforcatura. Anche la preparazione del cavallo diverge ad esempio nel salto ad ostacoli. Piuttosto che allenare tutta la muscolatura del cavallo con un lavoro in piano, il cavallo viene esercitato e messo sotto pressione a sviluppare la sua muscolatura nel salto. Questo comporta delle ripercussioni sul fisico dell’animale che mettono sotto sforzo l’apparato muscolare, stressandolo.
L’equitazione naturale predilige la creazione di un rapporto con il cavallo che si fonda sulla fiducia e il rispetto. L’interazione passa attraverso la conoscenza del linguaggio del cavallo e il gioco. Questo approccio inizia da terra.
Il metodo naturale ed etologico ha sviluppato un diverso tipo di addestramento del cavallo e di monta. A partire da Caporillo, Inzeo, passando per Monty Roberts o Pat Parelli si sono create diverse correnti con un approccio che si fonda sulla conoscenza dell’animale.
Per prima cosa è fondamentale la conoscenza del linguaggio del cavallo, la sua comunicazione, la sua nature e il modo in cui si comporta nel branco. Questa conoscenza concede la possibilità di creare un binomio perfetto con il quale dialogare con l’animale, accompagnando i movimenti e i suoi comportamenti in natura.
Tra le monte naturali, l’equitazione di campagna sviluppa maggiormente questa intesa. La postura accompagna il cavallo nel percorso, di fronte agli ostacoli (discesi/salite), nel tipo di sentieri che predilige l’animale come ad esempio i terreni più morbidi, evitando percorsi con pericoli. Significa anteporre la collaborazione con il cavallo alla dominazione. Non a caso, l’equitazione naturale viene anche chiamata “equitazione lenta” che predilige l’attività sportiva, la complicità e il rapporto con l’animale e non la sollecitazione dell’animale nella competizione che porta a stress per ottenere maggiori prestazioni.
Tra i fautori di questo tipo di equitazione che non sia soltanto finalizzata agli sport equestri, quindi associata alla monta inglese o americana, vi sono i promotori della monta indiana, che consiste nel montare a pelo il cavallo, senza imbracature o imboccature.
In base alle diverse correnti di scuola di monta naturale anche l’utilizzo di finimenti e la ferratura del cavallo varia.
Nella monta naturale si tende a non effettuare la ferratura del cavallo. Comporta un pareggiamento dello zoccolo. Il cavaliere in questo modo rispetta l’animale e il percorso che di solito sceglierebbe in natura. Secondo gli ultimi studi condotti, il pareggio favorisce un atterraggio “piatto” mantenendo la simmetria dello zoccolo nel pareggio dell’unghia. Quando è ferrato invece lo zoccolo è soggetto a vibrazioni nell’impatto con il terreno. Anche se protegge lo zoccolo in percorsi con una pavimentazione dura. L’alluminio riduce le vibrazioni. Il pareggio naturale è consigliato per non sollecitare le articolazioni e i legamenti del cavallo. Nel metodo naturale risulta tuttavia un maggior consumo dell’unghia.
La monta naturale comporta anche finimenti diversi. Nella monta naturale si cerca di escludere il morso. Sono predilette le non imboccature per cavalli come l’Hackamore. la Cavezza Pat parelli o Capezza con nodi oppure il bitless, testiere senza morso.
L’equitazione naturale basata sulla conoscenza profonda del cavallo apporta molti benefici alla persona. Attraverso il contatto con il cavallo è possibile in tal senso superare le proprie paure e migliore la conoscenza di se stessi.
Il cavallo è una preda naturale, ha paura e di fronte al pericolo reagisce e scappa. Nel branco crea una gerarchia naturale con un leader per preservare la sopravvivenza del branco.
La relazione con il cavallo porta a costruire uno scambio e di conseguenza l’approccio comporta un lavoro sulla persona che deve imparare ad avere fiducia e a rispettare l’animale, affermando al contempo la propria leadership o autostima. Nel rapporto con il cavallo, se l’animale è confuso e appare disorientato è un riflesso dello stato emotivo della persona. Infondere sicurezza in se stessi, significa infonderla nell’animale.
Come le persone, ogni cavallo ha una personalità diversa che varia anche in base alla razza. Può essere spavaldo, sicuro e dominante o più emotivo, timoroso e timido.
La conoscenza del cavallo è uno specchio che riflette la persona. Scoprire la sua natura aiuta a conoscere meglio se stessi, imparando con umiltà a controllare le proprie emozioni, i propri impulsi, arrivando a ritrovare la propria natura umana.
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