Una grossa tartaruga Caretta caretta è stata salvata nelle acque di Cesenatico: era rimasta intrappolata in una rete di un motopeschereccio.
In questi giorni, caldi e di piena estate, abbiamo segnalato a quali rischi vanno incontro gli animali da spiaggia. Tra “torture da secchiello” e reti disparse in mezzo ai mari italiani, i rischi poc’anzi nominati sono davvero enormi. Per “torture da secchiello” s’intendono tutte quelle vicende comprendenti animali come meduse, granchi, pesciolini e stelle marine che vengono “pescati” per essere buttati, ad una elevate temperatura, dentro il secchiello di bambini poco educati fin dalla nascita: le colpe, ovviamente, sono tutte da attribuire ai genitori per una mancata e continua educazione.
Per quanto riguarda le reti, invece, parliamo di vere e proprie “trappole umane”, gettate da persone noncuranti del benessere e della vita degli animali viventi nelle acque dei mari italiani. Il fatto di oggi, fortunatamente, non riprende l’argomento poc’anzi citato: ma una semplice rete di un motopeschereccio a fungere quasi da “trappola” per una grossa tartaruga, che per poco non ci rimetteva le penne, o meglio, i propri polmoni, piatti e sottili. Fortunatamente,lo stesso veicolo è riuscito a mettere in salvo l’animale in questione.
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Pilar, la grossa tartaruga salvata da una morte certa: la rete “dell’uomo saggio”
È stata battezzata proprio con il seguente nome: Pilar. Una grossa tartaruga marina adulta che è stata recuperata nelle acque di Cesenatico, piccolo comune d’Italia della provincia di Forlì-Cesena in Emilia-Romagna. L’esemplare, una femmina di Caretta caretta con un carapace di 75 centimetri, è stato salvato da un motopeschereccio impegnato nell’ultima giornata di pesca nell’Alto Adriatico.
La nostra “amica” era rimasta impigliata nella rete dello stesso motopeschereccio. L’equipaggio a bordo, però, si è fatto trovare pronto per sbrogliare subito la situazione. Un team addestrato sulle manovre di primo soccorso proprio delle tartarughe marine. Dopodiché, la bellissima tartaruga è stata affidata alla Fondazione Cetacea, situata al Centro di recupero cura e riabilitazione di Riccione.
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Ricoverata con i sintomi di un principio di annegamento, eventualità che può accadere perché le apnee delle tartarughe non sono infinite, ora sta bene e in fase di recupero, pronta a tornare a nuotare nelle acque italiane.