Una scusa o una verità comoda per sbarazzarsi di un cucciolo. “Mio figlio è allergico non lo possiamo tenere”: è quello che ha dichiarato ai volontari, un uomo che, lo scorso 4 agosto, si è presentato nel canile di Pinerolo con l’intento di lasciare un cucciolo meticcio, incrociato con un molosse. Per avviare la pratica, lo staff ha chiesto alcuni dati e documenti necessari per accogliere l’animale e accertare i fatti. E così, quando un volontario ha chiesto anche i certificati medici che dimostrassero l’allergia del figlio, l’uomo ha girato le spalle, andando via con il cucciolo tra le braccia.
Tuttavia, a distanza di diverse ore, una ragazza è arrivata presso la struttura per segnalare il ritrovamento dello stesso cucciolo, trovato per strada. Stando a quanto riportato dai quotidiani locali, come Torinotoday.it, l’uomo sarebbe stato ripreso dalle telecamere di video sorveglianza. Purtroppo, non è stato possibile identificare il numero della targa. Con un post condiviso dal canile, di fronte a quest’abbandono, i volontari hanno chiesto a tutti quanti informazioni utili a risalire al proprietario del cucciolo. Indicando il tipo di famiglia, di auto e fornendo una descrizione precisa.
In Italia l’abbandono è un reato, art. 727 del codice penale, punibile con un arresto dino ad un anno e una ammenda che spazia dai 1000 ai 10mila euro.
Il cucciolo lasciato a Pinerolo è stato chiamato Gas, microchippato e vaccinato. Adesso è stato messo in adozione dal Canile di Pinerolo con obbligo di sterilizzazione.
Una storia molto simile a quella che si è verificata in Messico dove un giovane uomo ha cercato di lasciare il proprio cane ad una clinica veterinaria. Dinanzi al rifiuto dei dipendenti, il ragazzo prima di risalire in automobile ha sciolto il povero animale che ha lasciato sul marciapiede partendo a tutto velocità con la macchina. Fortunatamente, anche in questo caso, l’animale è stato soccorso da dipendenti della clinica veterinaria. Il video di tutta la scena, ripreso tramite le telecamere di video sorveglianza è stato poi condiviso con un post di denuncia sui social .
C.D.