Quando mettersi al servizio degli altri diventa un piacere: la storia del cavallo Peyo, che da anni porta un sorriso a tutte le persone malate. In ospedale è divenuta una vera e propria mascotte, a cui tutti vogliono un gran bene.
Oggigiorno c’è un “maledetto” bisogno d’aiuto. I posti dove portarlo sono davvero tanti, basti pensare alla stessa pandemia che ha colpito tutte le nostre vite, chi più chi meno, in ambito clinico, medico, privato e così via. Aiutare, quindi, potrebbe equivalere anche a una grande piacere, che viene da dentro, e che nessuno lo impone. Altrimenti che aiuto sarebbe? Forse dovremmo munirci più d’istinto? Come fanno gli animali? A questi quesiti potrebbe rispondere, certo non con le parole, ma certamente con le gesta, la storia del cavallo Peyo, un nostro amico a quattro zampe che da anni “opera” in corsia, accanto alle persone sofferenti. Una storia che ha fatto tutto il giro del web, ma che non arriva direttamente dall’Italia.
Un amico vero, non lo si trova tutti i giorni. C’è bisogno di coltivarla, una vera amicizia. Figuriamoci in ospedale, ove le persone che entrano non vedono l’ora di uscirne. Ma, forse, è proprio nel momento del bisogno che si può prendere in considerazione una visione diversa della vita.
Soprattutto se in corsia c’è un cavallo, che, ogni giorno, compie il famoso “giro dei letti”, come fanno anche i medici, e porta un sorriso a tutti quei pazienti che soffrono, per un motivo o per un altro. Fantascienza? No signori, e signore! Tutto vero. Ed è la storia di Peyo, il cavallo che, una volta smesso di gareggiare, si è messo al servizio degli altri.
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Eccolo, in uno scatto, vicino a una infermiera, in corsia. Nel 2016, il suo ex allenatore ai tempi delle corse, Hassen Bouchakour, ha deciso di fondare l’associazione Les Sabots du Coeur, che offre sostegno sociale alle famiglie in difficoltà e contribuisce alle spese funerarie di quelle persone che non hanno famiglia.
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Il cavallo “opera” nell’ospedale di Calais, in Francia, ed è un medico a tutti gli effetti: i pazienti, infatti, non vedono l’ora che lui, assieme a un’equipe di esseri umani, bussi alla porta per portare un po’ di allegria, armonia e “diversità”. Una storia, documentata su un profilo Instagram, che, ancora una volta, abbraccia il mondo animale in un luogo del dolore, trasformandolo in qualcosa di più armonioso.
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