Associazioni unite per fermare il Palio di Siena, dopo la morte del cavallo infortunato
Si chiamano manifestazioni folkloristiche considerate un patrimonio culturale di una nazione. Dalla Corrida, al Rodeo, passando per il Palio.
Vere e proprie tradizioni nelle quali non solo si mette in scena lo sfruttamento degli animali ai fini dell’intrattenimento ma al contempo il loro maltrattamento, la loro sottomissione fino alla messa a morte.
Spettacoli diseducativi che hanno come unico messaggio, quello di ribadire la supremazia dell’uomo sulle altre specie e il suo diritto di vita e di morte su qualsiasi altra creatura vivente.
Retaggio di una mentalità arcaica, primitiva che in epoca contemporanea non hanno ragione d’esistere.
Ed è così che all’indomani della morte di Raoul, cavallo di 8 anni, che si ferito gravemente nel corso del “Palio straordinario di Siena”, si accende di nuovo il dibattito.
L’esemplare dopo essersi fratturato un arto è deceduto. Quello che colpisce è l’immagine cruente ancora viva nella memoria di chi ha assistito al Palio, trasmesso anche in diretta televisiva sui canali Rai. L’orrore e la sofferenza di quel povero esemplare con l’arto fratturato che veniva colpito dagli altri cavalli in corsa.
Sul caso, la procura di Siena ha aperto un’inchiesta, mentre a Siena si accende la polemica. Molte le associazioni che hanno annunciato di presentare una denuncia, dopo l’esposto di Enpa. La stessa Codacons ha annunciato di intervenire.
“Già in passato ci siamo rivolti alla magistratura per denunciare l’abbattimento di cavalli a seguito del Palio di Siena, una manifestazione che rappresenta un indubbio pericolo per l’incolumità degli animali e che appare obsoleta e immotivatamente cruenta. Con l’esposto vogliamo siano verificate le responsabilità dei soggetti pubblici e privati organizzatori dell’evento, e capire se vi siano state carenze od omissioni che hanno determinato la morte del cavallo”. Spiega Carlo Rienzi, presidente dell’associazione di consumatori.
Dal canto suo il Sindaco di Siena ha espresso il proprio rammarico, sottolineando che “siamo terribilmente dispiaciuti per l’incidente, perché la cura e l’amore che abbiamo per i cavalli del Palio è conosciuto a livello mondiale. L’attenzione è massima, curiamo i cavalli come nessun altro, abbiamo una clinica specializzata e un’ambulanza che in caso di emergenza trasporta immediatamente l’animale dove può essere curato. Il Palio straordinario è stato un successo. Noi siamo aperti al dialogo, ma non accettiamo provocazioni”.
Provocazioni tra le quali non mancano quelle di Vittorio Feltri, in un pensiero pubblicato su Libero.it, intitolato “Siena dopo il palio: non pensate ai cavalli, preoccupatevi dei buchi in Mps”.
“l Palio va eliminato in nome della civiltà oltre che per rispetto verso animali nei confronti dei quali dovremmo essere grati, visto che fino al 1800 sono stati l’ unico mezzo di trasporto utilizzato dagli umani. Concediamo loro il privilegio di non essere martirizzati. Cari senesi, smettete di appassionarvi alla macelleria di piazza. State attenti ai buchi delle banche più che alle galoppate”. Scrive il noto giornalista.
Indignazione, espressa dall’Italian horse protection che in un comunicato ha annunciato una battaglia legale. “Ci saranno le denunce per accertare le eventuali responsabilità penali e quelle per ribadire le sicure responsabilità morali di una cittadina che sta mortificando se stessa”.
Tuttavia, quello sul quale convergono tutte le associazioni è che ormai il palio che si presenta come una manifestazione storica e profondamente rispettosa dei cavalli è in realtà è tutt’altro. Per questo non ha più ragione d’esistere.
“Negli anni è diventato una corsa dove la rievocazione storica è una facciata e dove invece ogni elemento è spinto al massimo verso la competizione pura e verso una vittoria che non ha solo il cencio come premio ma ben altro a far gola ai fantini. A questo si aggiunge una pista con due curve impossibili a 90 gradi: il risultato è un innesco quasi automatico di scontri e cadute, tanto che chiamarli incidenti è pura ipocrisia”. Denuncia l’Ihp , ricordando inoltre che il Palio viene inoltre trasmesso dalla Rai che non omette di riprendere le cadute dei cavalli.
Quello che si cela dietro ad una manifestazione che in molti desiderano far entrare a “patrimonio Unesco” sono interessi economici a danno degli animali.
“Cavalli che durante l’anno vengono allenati a correre in piste che ricalcano piazza del Campo, per scegliere i più veloci: che fine facciano gli scarti, nessuno lo sa. Che a Siena corrono fantini che lo fanno di mestiere girando l’Italia per palii, giostre e quintane e che, oltre a essere remunerati per questo, quasi sempre non hanno alcun legame col cavallo che montano, né tantomeno alcun interesse a preservarlo da incidenti. Che a Siena, come in altre corse fokloristiche, vengono fatte correre persone indagate per doping, maltrattamenti ad animali e truffe”.
Il consigliere di amministrazione di Viale Mazzini, Riccardo Laganà, ha infatti chiesto anche lui che la Rai non trasmetta più il Palio. “In una Rai che guarda al futuro rivolgendosi soprattutto alle nuove generazioni è spiacevole constatare che si debba ancora oggi trasmettere degli eventi che, seppur legati ad antiche tradizioni, non sembrano più essere compatibili con i valori condivisi della società contemporanea”. Ha dichiarato Laganà.
Sul tema è intervenuto anche Rinaldo Sidoli, segretario di Alleanza Popolare Ecologista che chiede a gran voce l’abolizione del Palio.
Con la morte del cavallo a Siena “salgono a 8 i cavalli deceduti in questa manifestazione dal 2000”. Denuncia Sidoli, sottolineando che è ora di fermare queste manifestazioni che provocano danni agli animali. “Questi spettacoli sono un insulto alla vita e uno schiaffo all’immagine del Bel Paese. Consideriamo inaccettabile che la vita di Raoul sia cessata per colpa di un rito retrogrado. Siamo sinceramente stanchi di questa violenza e di questi maltrattamenti”.
Infine, Sidoli ribadisce quanto sia senza senso, considerare il Palio, un patrimonio dell’umanità “perché non vi può essere nulla di culturale nello sfruttamento di una creatura vivente e nella sua morte. Le tradizioni si devono adeguare alla crescente sensibilità e favorire il rispetto della biodiversità”.
Dello stesso avviso, Animalisti italiani Onlus. Il vice presidente dell’associazione, Riccardo Manca, in un post sul profilo Facebook sottolinea la crudeltà di questa manifestazione. “Non è necessario essere animalisti per capire che questa si chiama crudeltà legalizzata”. Chiosa Manca.
L’on Brambilla definisce invece il Palio un’inferno per gli animali, ricordando come “da ministro del Turismo mi sono battuta perché il Palio di Siena non fosse incluso tra le manifestazioni patrimonio dell’Unesco ed ho fatto bene”. Per Brambilla “le manifestazioni tradizionali che comportano sfruttamento di animali sono anacronistiche e devono essere abolite”.
Intanto in rete è scattata la petizione su Change.org per fermare la manifestazione.
Firma la petizione: Basta Palio di Siena
C.D.
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