Si è dibattuto negli ultimi mesi sul reinserimento dei cavalli purosangue inglesi, in gergo definiti PSI, nelle corse di carattere storico. E purtroppo l’esito non è stato dei migliori, stando dal punto di vista delle associazioni animaliste ed ambientaliste. Infatti giostre, quintane ed altre rappresentazioni legate alle tradizioni nelle quali l’uso dei cavalli rappresenta il piatto forte potranno avvalersi anche dell’utilizzo degli stessi PSI. E’ quanto affermano l’ENPA e IHP (Italian Horse Protection), per i quali la decisione presa dalla Direzione Generale Sanità Animale del Ministero della Salute rappresenta un grosso, clamoroso passo indietro. In precedenza vigeva il divieto di avvalersi di cavalli purosangue inglese a causa dell’aumento dei casi di incidenti di grave entità capitati durante le manifestazioni storiche. E questa razza in particolare più delle altre ha visto i propri esemplari coinvolti in maniera purtroppo importante.
Difatti i PSI sono i cavalli più veloci in circolazione, ma anche quelli più fragili di costituzione. E metterli a correre in maniera forsennata in un catino fatto di strettoie e di curve pericolose non rappresenta certo il migliore dei modi per preservarli. Molto spesso questi poveri animali incappano in lesioni permanenti agli arti. Per questo motivo sia ENPA che IHP hanno esposto subito il proprio dissenso, ottenendo un incontro nello scorso marzo con i vertici del Dipartimento Sanità Animale, che si era impegnato a convocare un nuovo meeting con tutte le parti interessate. E questo allo scopo primario di tutelare prima di tutto la salute dei cavalli. Ma dalla decisione presa non sembra affatto che sia così, ed anzi il Dipartimento Sanità Animale ha scelto di andare in tutt’altra direzione. Difatti dopo di allora non c’è più stato alcuno faccia a faccia, nonostante le sollecitazioni di ENPA e IHP.
L’ente preposto non ha nemmeno valutato le questioni sulla sicurezza legate a questo discorso. Le associazioni da parecchio tempo hanno chiesto direttamente al Ministero della Salute di istituire un database delle corse oltre che dei fantini e dei cavalli coinvolti, di eseguire tracciature sugli equini e di creare un elenco ufficiale di tutti gli impianti che ospitano corse e manifestazioni, allo scopo di studiarne i percorsi e di stabilirne l’idoneità dal lato inerente la sicurezza. Inoltre era stato chiesto di contrastare con più efficacia il triste fenomeno del doping sottoposto ai cavalli. Ma siamo ancora a zero. La nota congiunta di ENPA ed IHP sottolinea come invece gli Enti e gli organizzatori abbiamo posto risalto al fatto che con l’utilizzo dei purosangue inglesi “le corse saranno più divertenti e spettacolari”. Nemmeno la morte del cavallo Wind of Passion, avvenuta a Foligno lo scorso 18 giugno dopo un incidente, ha fatto cambiare idea a chi di dovere.
Il placet tanto contestato da parte del ministro Lorenzin è giunto ad inizio agosto e senza convocare ENPA e IHP, che erano certamente parti interessate. Il sospetto forte è che dietro a questa decisione ci siano interessi economici, come sempre, dal momento che diversi allevatori avevano investito su dei purosangue inglesi per farli correre nelle giostre . E questo prima della introduzione del divieto. Dopo soli 12 mesi si è tornati indietro. Per finire, a fine marzo l’Istituto Zooprofilattico di Lombardia ed Emilia Romagna aveva avvertito il Ministero riguardo all’utilizzo di questi animali nelle gare. Pur dando esito favorevole, erano state presentate diverse raccomandazioni allo scopo di garantire la loro sicurezza. Cosa che, denunciano le associazioni, il Ministero della Salute non ha fatto. Intanto anche quest’anno non sono mancate le polemiche relative al Palio di Siena.
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