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Cavalli fanno visita agli anziani alla finestra nelle case di cura

Portano i cavalli alle case di cura per farli incontrare con gli anziani alla finestra

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In pieno periodo di lockdown delle attività, i cittadini di tutto il mondo sono stati confinati per diverse settimane nelle loro abitazioni per limitare i rischi di contagio del coronavirus. La pandemia ha comportato un radicale cambiamento nella vita delle persone con un impatto devastante sull’economia mondiale. Nonostante questo cambio scenario e il clima di terrore che si è venuto a creare non sono mancate iniziative di solidarietà.

In diverse città degli Stati Uniti, alcune associazioni hanno promosso delle visite nei centri abitati con i cavalli.

A cominciare dal quartiere residenziale di Creekside Village a Mishawaka, nella Contea di St. Joseph, situata nello Stato dell’Indiana, dove un gruppo di volontari hanno portato i loro cavalli alle finestre dei cittadini che abitano nel quartiere residenziale. Un’iniziativa che ha contribuito a riportare il sorriso sul volto di centinaia di persone, costrette all’isolamento, al distanziamento sociale, alimentate quotidianamente da un clima di terrore.

Mentre nel Texas, nella cittadina di Tomball una donna ha promosso l’incontro in una casa di cura per aiutare gli anziani a superare il lockdown.
“Ho visto un uomo anziano di 103 anni saltare dalla sedia per venire di corsa alla finestra! Non riesco a spiegare cosa abbia rappresentato per me. So solo che illuminerà la sua giornata“, ha commentato la promotrice dell’iniziativa.
Le iniziative hanno donato immagini toccanti, condivise sui social, ricordando quanto sia importante il contatto con gli animali e la natura. Vedere questi anziani già provati dalla vita, abbandonati da una società che non tollera le persone deboli, prigionieri e reclusi dietro le finestre per timore di morire, sorridere è un piccolo miracolo.
E’ molto raro nella vita di tutti i giorni incontrare un cavallo. Approcciarsi a questo animale così grande, imponente quanto sensibile è un’esperienza forte per molte persone. La commozione di questi anziani ci fa capire quanto sia importante restare uniti, senza dimenticarci di coloro che per la società odierna non contano perché ormai improduttivi. Al contrario, il loro sorriso contribuisce a renderci più umani.
Ippoterapia

L’ippoterapia è un percorso riabilitativo riconosciuto dal Ministero della Salute nell’ambito della Pet Therapy. Ha diverse applicazioni sia per la riabilitazione motoria che psicofisica, vene praticato per patologie neuromotorie e consigliato nella terapia per le persone con problemi comportamentali, nei casi di Sindrome di Down o di autismo.  In diversi studi è stato dimostrato che il contatto con il cavallo sviluppa il senso della responsabilità, impone autodisciplina, pazienza e concentrazione.

L’equitazione è pertanto uno sport rilassante che passa attraverso il binomio cavallo e cavaliere nel quale s’insatura uno scambio di emozioni e sentimenti. Il contatto con il cavallo contribuisce alla socializzazione e all’acquisizione di nuovi codici comunicativi. Imparando ad osservare il cavallo, a conoscerlo, a scoprire il suo linguaggio, si stimola la comprensione dell’altro per cui si sposta l’attenzione sul cavallo.  Per questo è importante soprattutto nei casi in cui vi sono situazione problematiche nel relazionarsi e a livello affettivo. Niente di più necessario in un periodo in cui l’isolamento è legge.

Per evidenziare i benefici dell’ippoterapia, in piena emergenza Covid-19, la dirigenza dell’ospedale Niguarda di Milano, per far fronte ai bisogni psicofisici del personale sotto stress, ha avviato un’iniziativa mettendo a disposizione il maneggio presente nell’area dell’ospedale, dove il personale può ritagliarsi qualche minuto di relax a contatto con i cavalli. Per il progetto sono stati utilizzati sette cavalli con i quali medici e infermieri hanno potuto interagire.

“Prendersi cura di un cavallo, pulendolo o dandogli da mangiare può aiutare medici e infermieri a ritrovare un equilibrio quasi inesistente in corsia e a compensare quel vuoto lasciato dal mancato contatto stretto con i pazienti a causa del virus e della tuta da ‘astronauta’”, ha spiegato Michela Riceputi, psicoterapeuta del centro ippico.

Tra le varie motivazioni, gli specialisti che operano nel reparto di Psicologia clinica dell’ospedale hanno inoltre spiegato che la terapia si è rivelata utile per rafforzare le difese immunitarie. Lo stress e il calo dell’umore portano a un calo delle difese immunitarie esponendo il personale a ulteriori rischi.

Ecco i video degli incontri:

Tomball

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C.D.

lotta75

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