22 mesi di reclusione, questa la condanna per il 38 enne di Siniscola, nel nuorese, rinviato a giudizio con l’accusa di avere ucciso un gabbiano. L’episodio – denunciato dall’Enpa – era avvenuto durante una battuta di pesca a bordo di un peschereccio. Il fatto era avvenuto a gennaio dello scorso anno al largo dell’isola di Tavolara. Il gip del Tribunale di Nuoro ha altresì stabilito che il condannato debba scontare 18 mesi in libertà vigilata. Si tratta di una sentenza che per l’Enpa sarà un importante precedente. L’ente la mette sullo stesso livello di quella contro il torturatore di gatti, un 43enne di Trescore Balneario, in provincia di Bergamo. L’uomo si era creato una vera e propria attività online, dove adescava annunci in cui venivano offerti animali, in particolare gattini, da prendere in custodia. Una volta contattato il padrone delle future vittime, l’uomo si organizzava per prendere i gattini. Poi li portava a casa sua li sottoponeva a tortura assurde per poi mettere fine alle loro sofferenze uccidendoli barbaramente.
Il killer del gabbiano, invece, dopo aver catturato l’uccello che si era posato all’interno dell’imbarcazione, ha legato al corpo dell’animale un grosso petardo. Quindi lo ha fissato al collo con il nastro adesivo, poi ha ripreso l’atrocità con lo smartphone. Claudia Ricci, l’avvocato che ha rappresentato Enpa in giudizio, ha espresso soddisfazione per la condanna contro il killer del gabbiano: “Restiamo in attesa delle motivazioni, tuttavia l’entità della pena inflitta al 38 enne mi fa pensare che il giudice abbia accolto i nostri rilievi circa la pericolosità sociale dell’imputato”.
Sono vicende di violenza destinate a ripetersi: l’anno scorso, nel centro storico di Palermo, a Piazza Marina, un gruppo di ragazzini hanno preso a sassate un giovane esemplare di gabbiano reale. L’uccello era caduto a terra durante le prove di volo. Il povero volatile ha riportato diverse fratture alle ali e alle zampe. Fortunatamente, tra i presenti vi era anche un bambino, più sensibile degli altri. Questi si è interposto tra il gabbiano e la baby gang, contribuendo ad allontanarla dall’animale e a chiedere aiuto ai passanti. Infine, il ragazzino ha chiamato le forse dell’ordine che non hanno preso sul serio la segnalazione. Per questo ha poi denunciato tutto alla Lipu di Palermo e qualcuno finalmente lo ha preso sul serio. A causa delle ferite, il gabbiano è morto.
GM
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