Non siamo in Pakistan, dove il governo locale di Karachi ha dato vita ad una vera e propria strage di massa, con un piano contro il randagismo, uccidendo per avvelenamento migliaia di cani per le strade.
Quello che sta accadendo a Castellammare sta preoccupando non solo gli animalisti ma le stesse autorità. Infatti negli ultimi tempi si sono registrati numerosi casi di avvelenamento di massa di cani e gatti su tutto il territorio castellammarese sia nelle aree centrali che in quelle periferiche.
Un’area dove le istituzioni sono assenti e poco sensibili al tema del randagismo. Ad oggi, nonostante diversi progetti presentati alle autorità comunali, non è stato realizzato un canile o un rifugio dove ospitare gli animali abbandonati. Sul posto, il problema viene gestito da singoli individui o da vigili più sensibili al tema.
Una rete di volontariato che ha contribuito a ricollocare centinaia di animali, tra cani e gatti, in delle famiglie, nella maggior parte dei casi, nel Nord del paese. Tuttavia, permangono sul territorio retaggi di tradizioni arcaiche che non rispettano la vita degli animali e questo porta a dei veri e propri massacri “fai da te”, compiuti da persone senza scrupoli che utilizzano metodi come l’avvelenamento per sbarazzarsi dei randagi.
“A compiere tali efferatezze sono soggetti perversi che agiscono in modo criminale. Si rileva lo scarso interesse da parte delle Istituzioni a fronte di questo grave e incivile fenomeno che sicuramente non procura simpatie al nostro Comune da parte di turisti e cittadini più sensibili al rispetto degli animali e della natura in genere”, ha dichiarato una professoressa, Cettina Tropea, interpellata da Alqamah.it.
Secondo le indiscrezioni, pare che gli avvelenamenti vengono attuati nel fine settimana, proprio quando è difficile trovare un veterinario a disposizione. Nonostante le denunce e gli interventi dei cittadini, le istituzioni hanno sempre fatto di finta di interessarsi al problema.Questo fenomeno però si estende e tocca anche i cani che hanno una famiglia e che magari danno fastidio a qualcuno.
La professoressa racconta le difficoltà incontrate negli anni nell’aiutare gli animali e come abbia ricevuto in cambio solo minacce, chiedendosi “come potrà mai civilizzarsi un paese come questo?”.
Realtà omertose nelle quali gli animali sono lasciati soli e condannati ad una morte atroce oppure uccisi a violentemente a colpi di bastone anche per semplici motivi futili, come gatti uccisi perché dormivano sul cofano di un’automobile.
Sembra un mondo irreale, eppure è il ritratto più fedele di una società incivile, non solo al Sud, ma in tutta Italia, per lo più in aree distanti ed emarginati, dove gli individui sono insofferenti e intolleranti.
Per accendere i riflettori sul caso, diverse associazioni locali, tra cui l’Associazione per la Difesa dei Diritti degli Animali (Adda) hanno promosso una manifestazione domenica 30 ottobre, ore 10,00 presso il commissariato di Polizia per un corteo che proseguirà poi in direzione di Palazzo Crociferi, sede del Comune.
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