Era una legge dubbiosa che fino ad oggi consentiva in realtà il consumo di carne di cane e di gatto in ben 44 Stati in America. Fortunatamente, grazie alla spinta di alcune organizzazioni animaliste, è entrata in vigore una nuova legge esplicita che vieta la carne di cane e di gatto nei menu dei ristoranti americani. La legge federale H.R.1406 (Dog and Cat Meat Trade Prohibition Act of 2017) del 7 marzo 2017 dovrà infatti entrare a breve in vigore dopo aver ottenuto l’avvallo dell’attuale presidente americano Donald Trump e il consenso bipartisan, repubblicano e democratico.
Nina Jackel, leader della LCA (Last Chance for Animals), organizzazione non-profit che da anni si sta battendo per far cambiare le cose aveva ricordato che “in 44 stati americani non vi è alcuna legge permanente tra il vostro cane e la padella”, aggiungendo che “le persone negli Stati Uniti uccidono cani e gatti e li mangiano. La prova è spesso nascosta, ma la pratica continua”
Fino ad oggi, la carne di cane e gatto in cucina non era proibita ad eccezione di alcuni Stati come Virginia, California, Hawaii, New York, Georgia e Michigan. Secondo la Jackel, molti ristoratori avrebbero servito carne di cane e di gatto all’insaputa dei clienti. Come sottolinea il Fattoquotidiano, alcune inchieste condotte dall’organizzazione animalista avevano infatti smascherato un rivenditore di carne di animale di classe B, ovvero che possono acquisire cani e gatti da per venderli alle università e altre istituzioni di ricerca per l’utilizzo negli esperimenti. Dall’inchiesta emerse che cani e gatti, recuperati per strada o reperiti in annunci online, furono uccisi brutalmente e macellati per essere rivenduti come carne fresca dai 25 ai 75 dollari a cane.
Per i rappresentanti delle varie organizzazioni animaliste negli Stati Uniti si tratta di una legge utile che invia un chiaro segnale ai paesi, soprattutto asiatici come Corea del Sud, Cina, Vietnam e Indonesia dove il consumo di carne di cane e di gatto è consentito. Chi violerà la nuova legge andrà incontro ad una sanzione di 2.500 dollari e alla reclusione fino ad un anno in carcere.
Un fenomeno davvero preoccupante che pone degli interrogativi sul sistema della catena alimentare anche in Italia e non a caso lo stesso Fattoquotidiano indica un vuoto normativo nella legislazione italiana: “Non esiste una vere e propria norma che ne vieti l’atto in sé, ma si ricorre da un lato al dare per scontato che sia più una pratica alimentare consueta; dall’altro vige una regolamentazione indiretta che mette insieme l’articolo del codice penale 544 ter, sulla punizione verso chi maltratta gli animali, e il generico impianto della legge quadro 281/1991 sulle tutele degli animali d’affezione”.
Chissà se anche il Belpaese intraprenderà un iter burocratico per fare chiarezza su questo tipo di consumo. Non a caso, proprio nel mese di marzo esplose lo scandalo di un profilo facebook in Italia nel quale venivano pubblicate delle ricette con le quali cucinare cani e gatti. Anche se per molti si trattava di una bufala e di un profilo ironico e non serio, la Lav ne aveva chiesto l’immediata chiusura.
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