Quando la voglia di aiutare è tanta: Carmelo ed i cani, che storia

Quando la voglia di aiutare è tanta: Carmelo ed i cani, che storia

Canile ©Getty

Carmelo è un 34enne di Vicenza che si distingue dal lontano 2002 per il suo impegno in favore degli animali alla locale sezione dell’ENPA. Ed è affetto da disturbi del comportamento, che non gli impediscono però di fare del bene agli animali, in particolar modo ai cani. Di lui si parla in ‘SuperAbile’ del mese di febbraio, la rivista dedicata ai tempi della disabilità a cura dell’Inail. Capita spesso che l’essere diversamente abili venga visto come un ostacolo, una barriera insormontabile con il resto della società, e non sono mancate in passato storie tristi di esclusioni subite da chi non è considerato ‘normale’ come tutti gli altri. Con Carmelo scopriamo invece per l’ennesima volta di star parlando di qualcuno di speciale.

Lui stesso parla del rapporto che è capace di instaurare con gli animali: il divertimento è sempre al primo posto, sia con i cuccioli che con i cani più in là con l’età. Da quindici anni questo coraggioso ragazzo dà una mano al canile locale, e fornisce indicazioni su momenti delicati come l’aprire le gabbie, quando un cane in tale circostanza può mostrare una eccessiva esuberanza. Suo padre afferma che tutto era nato dal desiderio da parte del figlio di avere un cane, anche se la prima volta non andò bene, perché Carmelo si affezionò troppo all’animale, al punto da rinunciare ad andare a scuola ed anche a dormire.

Un attaccamento eccessivo che fu risolto con la restituzione del quattrozampe. Da lì nacque però l’idea di consentire a Carmelo di frequentare il canile del posto. Appena compiuto il 18° anno di età ecco che si è iscritto all’ENPA diventandone a tutti gli effetti socio. Tra le sue mansioni ci sono anche quelle di “PR”: Carmelo accoglie spesso le persone in visita al canile e le indirizza ai responsabili. E per suo padre questo è motivo di grande soddisfazione, oltre ad essere la testimonianza che una persona disabile può e deve fare il suo contributo, grande o piccolo che sia. “La disabilità – dice – non è solo dover ricevere assistenza, ma bisogna aiutare chi è disabile permettendogli a sua volta di aiutare”.

 

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