È scomparso un capodoglio in mare aperto. Nei giorni scorsi era stato trovato con la coda avvolta in una rete da pesca abbandonata.
Rifiuti di plastica, reti da pesca abbandonate, oggetti gettati in mare. Ogni tanto ci risiamo e non sono mai belle notizie per i nostri amici “acquatici”. Non finiamo mai di apprendere appelli da associazioni o volontariati che si occupano di recuperare, a volte anche morti, pesci impigliati in qualche “strano oggetto” o cosparsi, all’interno del loro organismo, di plastica.
Un fatto simile è successo al largo dell’isola Salina, dove pochi giorni addietro è stato trovato un capodoglio impigliato in una rete da pesca abbandonata da qualche “zoticone”, perché chiamarlo uomo o donna potrebbe risultare come un complimento. Il più grande animale munito di denti, però, è scappato o meglio scomparso con tanto di attrezzatura non voluta attorno alla sua enorme coda. Intensificate da subito le ricerche per portarla il salvo.
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Capodoglio scomparso in mare aperto: parla il presidente dell’Oipa Italia
È una femmina di capodoglio e si chiama Furia, quella rimasta impigliata in una rete da pesca abbandonata al largo dell’isola Salina, e poi scomparsa nelle acque del Tirreno. A dare voce al fatto è stato Carmelo Isgrò. Il biologo stava “lavorando” proprio a stretto contatto con l’odontoceto per la sua liberazione, processo che necessità un lasso di tempo molto ampio. Collaborazione che, in queste ore, andava avanti con l’aiuto della Guardia Costiera e dei sommozzatori della Capitaneria di Porto di Napoli. Un lavoro preciso e delicato, interrotto proprio dalla fuga del capidoglio stesso.
Situazioni simili a quella poc’anzi descritta, purtroppo, non sono nuove da quelle parti ma anche in altri luoghi di mare in Italia. A parlare, con voce e toni amari, è, nuovamente, il presidente Oipa Italia, Massimo Comparotto: “Nel giro di poco meno di un mese già due capidogli sono rimasti intrappolati in queste strutture che nient’altro sono che trappole mortali per questi splendidi esemplari – afferma e continua il presidente – Il primo è stato liberato. Furia, invece, lunga ben 10 metri, è scomparsa nel nulla e “naviga” con una massa attaccata alla coda che sicuramente le impedisce di muoversi, portando con sé imminenti rischio per la vita stessa”. Massimo Comparotto conclude chiedendo l’imminente intervento del Governo e del Parlamento sulle norme che regolano la pesca.
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L’Oipa ha messo a disposizione un numero e ha lanciato un appello a chiunque avvistasse questo esemplare a rischio vita: 090 988 0819. Dall’altra parte della cornetta risponderà la Guardia Costiera di Lipari, pronta ad intervenire.
++ FURIA INTRAPPOLATA NEL MURO DELLA MORTE, IL VIDEO
Qui si vede il capodoglio con la rete derivante illegale che blocca la sua coda. La speranza è di avvistarla presto per poterla liberare ulteriormente #DifendiamoIlMare
Video di Carmelo Isgrò, direttore Museo del Mare Milazzo pic.twitter.com/JOvgQf56P9— Greenpeace Italia (@Greenpeace_ITA) July 21, 2020
Davide Garritano