Emergenza abbandoni: canili sovraffollati
“Occhio non vede curo non duole”. Mentre la frenesia estiva sta per giungere al suo termine, tra tintarella, ricordi, euforia, nuovi propositi e malinconia, per molti, le cose non cambiano mai.
E’ la condizione dei cani e degli altri piccoli ospiti nei canili e nei rifugi della penisola. Per queste creature scartate, abbandonate e dimenticate da tutto e da tutti, le cose sono sempre uguali a loro stesse. Cuccioli indesiderati, cani abbandonati, randagi feriti ed esemplari vittime di crudeltà.
Uno scenario che si ripete, al quale un po’ come nel “mito di Sisifo”, volontari e operatori cercano ogni volta di risalire il pendio e proteggere quelle creature.
L’appello arriva dai volontari del Rifugio “I Fratelli Minori”, struttura gestita dalla Lega Italiana dei Diritti dell’Animale. Il rifugio, situato nei pressi dell’aeroporto di Olbia ospita circa 1000 animali, tra i quali 700 cani e 230 gatti.
“Esemplari abbandonati nelle condizioni più impensabili”, sottolineano i responsabili.
In molti non ce la fanno. “Angiolino, un rottweiler trovato abbandonato in un giardino privato, legato a una catena e morto dopo solo 3 giorni di cure dei volontari che lo hanno ritrovato. Gegè, un meticcio di taglia media ritrovato la sera di Natale mentre vagava per la strada, metà faccia distrutta da un colpo di fucile. che è tornato in forze e ha potuto affrontare il primo di una serie di interventi di chirurgia maxillo facciale”.
Ciascuna di queste creature ha una storia, riuscendo a superare il dolore, la sofferenza, sopravvivendo grazie all’istinto e alle cure di chi non resta indifferenti al loro destino.
Ma tutto questa crudeltà che si ripete non è senza conseguenze.
“Ci troviamo davanti tante situazioni drammatiche frutto unicamente della cattiveria umana: animali abbandonati e ritrovati in condizioni estreme, spesso a rischio vita, avvelenati, bastonati o feriti gravemente”. Dichiara Cosetta Prontu, presidente di L.I.D.A. sezione Olbia.
La Prontu, come riporta Ansa, ha ribadito come “per combattere il randagismo e l’abbandono bisogna insegnare il rispetto verso gli animali e la vita in generale: lavorare alla base del problema e sensibilizzare le persone ad adottare un comportamento più responsabile, educarle a sterilizzare i propri compagni animali e a usare il microchip”.
Per gli operatori, è emergenza tutti i giorni, non solo nel periodo estivo delle vacanza. Così come il caso di Olbia, molte altre strutture cercano di farsi carico di queste povere bestiole abbandonate da tutti. Per farlo, hanno bisogno di volontari, donazioni e di un supporto da parte delle istituzioni o privati, dall’emergenza abbandoni a quella del freddo in inverno.
Non a caso, in soccorso del rifugio, Almo Nature/Fondazione Capellino ha donato 4.600kg di cibo per gli animali.
C.D.
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