Cani randagi, a Messina la petizione che si oppone al loro passaggio in Calabria accoglie molte firme. E’ ancora lotta aperta
Una richiesta a favore dei cani randagi di Messina, affinché possano rimanere nel loro territorio. Una petizione che ha raccolto un numero considerevole di firme, per salvare i quattro zampe dalla deportazione in Calabria. La petizione, firmata da più di 2000 persone è stata inviata al sindaco della città Cateno De Luca, per chiedere che i cani possano essere affidati alle cure dei volontari del rifugio Don Blasco che,finora, si sono presi cura di loro esclusivamente a titolo gratuito. Pertanto, la soluzione proposta è quella di scovare una struttura che sia capace di accogliere tutti gli animali che, tra qualche giorno, verranno condotti nel canile vincitore della gara d’appalto in Calabria.
Cani randagi, no alla “deportazione” in Calabria
Il testo della petizione parla chiaro, e il messaggio che ne consegue non può che essere forte e conciso. “Anche l’amministrazione di Messina ha liquidato i propri animali con un presso di cento cinquanta mila euro, anziché lasciarli alle attenzioni di chi per ben sei anni se ne è preso cura. La petizione ha il fine di chiedere al Comune che quel denaro, venga impiegato per la costruzione di un nuovo canile, evitando di trasferire gli animali in un’altra Regione, per giunta, di soli cinque mesi. In tal modo, è possibile risolvere il randagismo in città .”
Una battaglia alla quale ha aderito anche la Lega nazionale per la difesa del cane che ha specificato: “Il servizio è stato assegnato solo sulla base del ribasso a discapito della qualità dei servizi, violando il principio di economicità stabilito dalla circolare del Ministero della Sanità .” ha affermato la Presidente Piera Rosati.
Cani randagi, a Messina la lotta continua
Al riguardo, il Presidente della lega per la difesa del cane di Messina, estremamente rammaricato ha aggiunto: “Lotteremo con ogni nostra forza per evitare la deportazione dei cani in Calabria.”
Una violazione che fa scalpore per la poca considerazione che viene attribuita agli animali, in particolare ai cani randagi, ritenuti quasi una merce, degli oggetti privi di valore.
Tutti gli animali hanno il diritto di vivere una vita dignitosa, senza distinzioni di “classi A o B” ma considerati tutti uguali di fronte ad una vita salutare e amorevole.
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B.F.
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