Nei giorni scorsi, a Catania, una donna ha litigato coi vicini per il suo cane troppo ‘rumoroso’, così ha deciso di disfarsene, legandolo a un palo della segnaletica stradale. La polizia ha però salvato il povero cane e quindi rintracciato la donna, che è stata denunciata per maltrattamenti agli animali.
Si tratta chiaramente di un caso limite, ma molto spesso gli animali in appartamento sono oggetto di dispute condominiali con vere e proprie rappresaglie tra vicini di casa. Esiste però una riforma che regola la convivenza condominiale ed è la legge n.220 dell’11 dicembre 2012. Infatti, mentre prima erano i singoli regolamenti a stabilire la possibilità di tenere animali nei condomini, oggi la legge “vieta di vietare” la loro detenzione.
Diventa così sempre più importante, agli occhi del legislatore, la funzione sociale del rapporto uomo-animale e viene esplicitato il diritto alla relazione affettiva con l’animale all’interno delle proprie abitazioni, oltre che nelle aree comuni dei condomini. Da quella legge, sono emersi diversi contenziosi tra i proprietari inconsapevoli di cani e gatti e condomini poco pazienti nei confronti degli animali.
Si è arrivati a sentenze clamorose: nel corso di un procedimento civile, il giudice del Tribunale di Lanciano ha rigettato la domanda dei ricorrenti, i quali si dicevano esasperati dai continui latrati del cane del vicino, e ha contestualmente consacrato il “diritto esistenziale del cane ad abbaiare”. Il giudice ha basato la sua sentenza sugli articoli 544 bis e successivi del codice penale, l’art. 5 della legge 189 del 2004 e la ratifica della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia.
Quest’ultima stabilisce l’obbligo morale dell’uomo di rispettare tutte le creature viventi e ritiene così diritto inalienabile l’abbaiare di un cane. Di contro, vanno posti dei freni al comportamento degli animali in casa, garantendo la serenità e la tranquillità di tutti coloro che vivono in condominio.
Di recente, una recente sentenza della Cassazione Penale, la n. 7392/16, ha stabilito quelle che sono le regole di sana convivenza, stilando un vademecum che traccia il confine tra responsabilità civile e quella invece penale riguardo quel che riguarda gli “animali rumorosi” nei condomini. Il principio base è quello della valutazione di “quante” persone sono state molestate. Insomma, il principio che la libertà di qualcuno finisce quando inizia quella di qualcun altro sembra essere valido anche per cani e gatti.
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