Cani guida e carcerati: un legame strepitoso che trasforma delle vite

In strutture come le case circondariali dove la liberà è limitata per anni a persone che nell’arco della propria vita hanno commesso errori un cucciolo può fare la differenza.

Cani guida e carcerati: un legame strepitoso che trasforma delle viteamoreaquattrozampe.it

Nelle carceri c’è un esperimento infatti che sta prendendo piede ovvero quello di affidare l’addestramento di cani guida da parte di detenuti.

Questo non è pero solo un esperimento sociale, sembra infatti che queste relazioni generino non solo emozioni complesse ma anche un apprendimento reciproca e soprattutto la possibilità per i detenuti di ricostruire la propria identità separandosi dai crimini commessi.

Le carceri sono luoghi associati ad una punizione e la possibilità che possano diventare anche un luogo di crescita personale potrebbe essere sorprendente. I detenuti si riscoprono capaci di cura disciplina e dedizione verso un essere vivente che dipenderà da loro.

L’impatto sociale oltre la detenzione

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La relazione che si instaura tra il detenuto e l’animale nel contesto carcerario porta le persone che si trovano in questo contesto a dover cambiare radicalmente, educare un cane per far si che diventi un cane guida significa dover essere empatici ogni giorno avere pazienza e soprattutto essere presenti

Quello che viene richiesto ai detenuti è praticamente insegnare la calma, la costanza e la fiducia al cane e questo significa dover intraprendere un percorso interiore

I vantaggi di questo esperimento non sarebbero sorprendenti solo per gli animali che effettivamente apprendono dai detenuti ma sembra anche che nelle carceri nella quale è stato provato l’esperimento la presenza degli animali abbia fatto si che episodi di aggressività tra i partecipanti diminuissero in modo esponenziale la salute mentale dei detenuti sarebbe persino migliorata

La cura costante di un animale introduce un ritmo nuovo, fatto di senso di responsabilità obiettivi, e soprattutto di relazioni genuine, basate sull’affidamento reciproco.

Il percorso educativo intrapreso dal detenuto e dal cane termina con la “consegna” del cane guida a una persona con disabilità e questo segna non solo la conclusione di un processo, ma anche la nascita di una nuova relazione sociale.

I dati suggeriscono che i cani formati nei programmi penitenziari presentano un tasso di riuscita persino superiore rispetto a quelli addestrati in contesti tradizionali. La quantità di tempo dedicato quotidianamente e l’ambiente di ristretto reciproco sembrano favorire l’attenzione ai dettagli e in altri contesti questo spesso non accade.

Sempre secondo i dati sembra anche che i detenuti che partecipano a questi progetti mostrino un abbassamento della recidiva e una maggiore predisposizione al reinserimento nella società.

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