Cani e gatti in ufficio, l’esperimento che consente di affrontare nella maniera migliore le aperture in seguito al lockdown da Covid-19
Oggi è la giornata degli animali in ufficio e l’Università di Verona ha deciso di celebrarla con un’iniziativa che mira a potenziare la produttività dei dipendenti. Il progetto ha il merito di classificarsi come uno dei primi esperimenti in Italia provvisto di un preciso regolamento da rispettare e di alcuni requisiti indispensabili che ne garantiscono l’accesso. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
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Cani e gatti in ufficio, il primo esperimento in Italia nell’Università
Il progetto ideato dall’Ateneo si intitola “Smart pet working in office” ed è stato creato al fine di aumentare la serenità dei loro dipendenti. L’iniziativa, com’è giusto che sia, si fonda su regole ben precise da rispettare per il benessere dei pelosetti e dei loro padroni. Innanzitutto, i cani o gatti che potranno entrare nella struttura dovranno essere di piccola o media taglia, e per quelli più grandi sarà prevista una valutazione a livello comportamentale. Il medesimo procedimento deve essere adottato per altri tipi di animali, perché ognuno di loro verrà analizzato singolarmente. Anche gli spazi consentiti saranno soggetti a norme da osservare poiché è fondamentale che la loro presenza non costituisca un motivo di disturbo per lo svolgimento delle attività lavorative. Pertanto, le aule vietate ai quattro zampe saranno le sale dedicate alle conferenze e alle riunioni, le aule didattiche comprese quelle di studio, i laboratori, gli uffici aperti al pubblico e le aree dedicate al relax come i coffee break.
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Gli obiettivi del progetto
L’idea è venuta in mente al Rettore dell’Ateneo Pier Francesco Nocini in occasione del rientro in seguito alla chiusura da Coronavirus: “Abbiamo cercato di facilitare il rientro dopo il lockdown soprattutto per coloro i quali hanno dovuto gestire un distacco improvviso con i propri animali domestici. Ci sta a cuore il benessere dei dipendenti.” La decisione del rettore è maturata non solo a causa del difficile periodo attraversato da tutti ma anche in relazione ai benefici che una simile scelta comporta. “Sembra che la presenza dei pet migliori notevolmente l’attività lavorativa tra i colleghi poiché incoraggia la creatività e il dialogo” ha aggiunto nuovamente.
Un progetto lodevole, dunque, che speriamo possa essere il primo di una lunga serie ed essere applicato anche in altre Università. I benefici di avere un animale domestico sono tantissimi e tale piano lo dimostra.
Benedicta Felice