Cani e gatti in ufficio, la bella iniziativa dall’Università di Verona

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By Benedicta Felice

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Cani e gatti in ufficio, l’esperimento che consente di affrontare nella maniera migliore le aperture in seguito al lockdown da Covid-19

Padrone e pelosetto in ufficio (Foto Adobestock)
Padrone e pelosetto in ufficio (Foto Adobestock)

 

Oggi è la giornata degli animali in ufficio e l’Università di Verona ha deciso di celebrarla con un’iniziativa che mira a potenziare la produttività dei dipendenti. Il progetto ha il merito di classificarsi come uno dei primi esperimenti in Italia provvisto di un preciso regolamento da rispettare e di alcuni requisiti indispensabili che ne garantiscono l’accesso. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

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Cani e gatti in ufficio, il primo esperimento in Italia nell’Università

Il gatto al pc (Foto Pixabay)
Il gatto al pc (Foto Pixabay)

Il progetto ideato dall’Ateneo si intitola Smart pet working in office” ed è stato creato al fine di aumentare la serenità dei loro dipendenti. L’iniziativa, com’è giusto che sia, si fonda su regole ben precise da rispettare per il benessere dei pelosetti e dei loro padroni. Innanzitutto, i cani o gatti che potranno entrare nella struttura dovranno essere di piccola o media taglia, e per quelli più grandi sarà prevista una valutazione a livello comportamentale. Il medesimo procedimento deve essere adottato per altri tipi di animali, perché ognuno di loro verrà analizzato singolarmente. Anche gli spazi consentiti saranno soggetti a norme da osservare poiché è fondamentale che la loro presenza non costituisca un motivo di disturbo per lo svolgimento delle attività lavorative. Pertanto, le aule vietate ai quattro zampe saranno le sale dedicate alle conferenze e alle riunioni, le aule didattiche comprese quelle di studio, i laboratori, gli uffici aperti al pubblico e le aree dedicate al relax come i coffee break.

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Gli obiettivi del progetto

Carezze al cane (Foto Adobestock)
Carezze al cane (Foto Adobestock)

L’idea è venuta in mente al Rettore dell’Ateneo Pier Francesco Nocini in occasione del rientro in seguito alla chiusura da Coronavirus: “Abbiamo cercato di facilitare il rientro dopo il lockdown soprattutto per coloro i quali hanno dovuto gestire un distacco improvviso con i propri animali domestici. Ci sta a cuore il benessere dei dipendenti.” La decisione del rettore è maturata non solo a causa del difficile periodo attraversato da tutti ma anche in relazione ai benefici che una simile scelta comporta. “Sembra che la presenza dei pet migliori notevolmente l’attività lavorativa tra i colleghi poiché incoraggia la creatività e il dialogo” ha aggiunto nuovamente.

Un progetto lodevole, dunque, che speriamo possa essere il primo di una lunga serie ed essere applicato anche in altre Università. I benefici di avere un animale domestico sono tantissimi e tale piano lo dimostra.

Benedicta Felice

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