Cani e gatti in paradiso, la convinzione dei padroni verso i propri amici animali che conferma l’esistenza di un’unione intensa ed eterna
Oggi si celebra la giornata della commemorazione dei defunti. Al ricordo delle persone care si unisce anche quello di un animale che non c’è più, in grado di lasciare una tristezza immensa nella vita di tutti i giorni. Allora si cerca di trovare un rimedio per lenire quel dolore che sembra insostenibile, sperando che tutti possano andare in Paradiso. Il risultato di una ricerca ha preso in esame tale situazione, conducendo un’analisi approfondita che, in qualche modo, ha rivelato una risposta. Vediamo di cosa si tratta.
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Cani e gatti in paradiso, da uno studio si apprende un aspetto importante
Lo studio al quale ci riferiamo, ha analizzato il numero delle lapidi nei cimiteri dedicati agli animali domestici a New Castle e a Londra. Secondo il rapporto pubblicato su una rivista estera si è verificato un aumento del numero delle tombe costruite per i nostri amici a quattro zampe. L’analisi è stata condotta, prendendo in considerazione quello che è avvenuto negli ultimi 100 anni, evidenziando la forza del legame che nasce e cresce tra padrone e animale. Al riguardo, gli studiosi hanno sottolineato: “Tale tipo di indagine testimonia il ruolo che gli animali detengono nella vita dei propri padroni. La relazione tra i due evidenzia la trasformazione di tali creature da animali domestici e preziosi membri di famiglia. A questa si affianca la conseguente credenza dell’esistenza di una vita dopo la morte. Lo studio ha preso in considerazione la lotta per elaborare il dolore della perdita del quattro zampe. In rapporto al periodo temporale analizzato si è vista la differenza della quantità di lapidi nel XIX secolo in rapporto al ventesimo secolo. Nel primo caso, solo poche di esse si riferiscono ad un’altra vita mentre nell’ultimo periodo citato, c’è una maggiore certezza di rivederei propri amici animali.”
La certezza dell’esistenza di un paradiso riservato agli animali è stata comunicata anche da Papa Francesco che ha esposto il tema raccontando cosa aveva riposto l’apostolo Paolo ad un bambino addolorato per la morte del suo caro quattro zampe: “Un giorno, potremo rivedere i nostri animali, nell’eternità di Cristo.” A tale affermazione di unisce l’esistenza di un “ponte dell’arcobaleno” dedicato a tutti gli animali, la cui espressione è nata nel corso degli anni 80′-90′. Il suo nome è “Rainbow Bridge” e si tratta del ponte che rappresenta una sorta di chiave per aprire le porte del paradiso, il punto che ne consente l’accesso. A tale proposito, da tempo è nata una leggenda che descrive tale luogo.
Il ponte dell’arcobaleno tra leggende e convinzioni
Il Rainbow Bridge viene raffigurato come un prato dove si recano gli animali per guarire da tutte le ferite e i mali che hanno trascorso nella vita. Gli animali si trovano a giocare su un prato verde, godendosi cibo e acqua fresca. Lì il sole splende sempre e anche se il cane è felice attende sempre l’arrivo del padrone. Nel momento in cui si accorge della morte del suo padrone, annusa l’aria per vedere quando giunge accanto a lui. Tutti e due corrono il più veloce possibile per incontrarsi e quando ciò avviene, il cane riempie di baci il suo padrone e lui lo guarda dritto negli occhi. Dopodiché, entrambi attraversano il ponte e arrivano in Cielo, felici di restare per sempre insieme. Al di là delle rispettive credenze di ognuno, i risultati dello studio, sebbene possano sembrare incongruenti con il tema trattato mettono in risalto l’unione tra il padrone e il proprio animale. Un legame indissolubile che nessuno potrà mai ostacolare o far diminuire.
Benedicta Felice