L’aumento di cani dati via per problematiche legate alla crisi economica è stato supervisionato da Enpa che risponde con una petizione di salvataggio.
Vista la preoccupante criticità della situazione attuale, riguardante i quattro zampe ceduti sul territorio in crescente numero – di risposta alle difficoltà economiche innescate dall’aumento dei prezzi – lo scorso 4 ottobre, durante i festeggiamenti della giornata di San Francesco dedicata agli animali, la solidarietà di Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) si è nuovamente manifestata con decisione. Un dettagliata analisi ha dato come frutto una petizione rivelatasi utile per salvare i pelosetti ceduti per necessità e inevitabilmente rimasti senza una casa.
In seguito all’altrettanto recente primo intervento messo in atto sempre da Enpa – nella riduzione dell’Iva sulle spese relative agli alimenti e alle cure veterinarie per i quattro zampe – la Presidente dell’Ente Nazionale ha illustrato pubblicamente la situazione e quali sono le misure da continuare ad attuate per riuscire a contenere il dilagante fenomeno di cessione e abbandono di esemplari in Italia.
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Ad amplificare l’allarme si aggiunge anche il relativo calo delle adozioni e dell’incremento di abusi e violenza, con centinaia di denunce inoltrate dall’Ente in questi dieci mesi della corrente annualità.
Enpa ha pubblicato il link online che garantirà – da ora in avanti – la possibilità ai cittadini di accedere e partecipare attivamente alla petizione condivisa in rete per la diminuzione dell’Iva del 10%. Il collegamento è stato condiviso dapprima sul sito ufficiale e in seguito sul profilo Facebook ad esso dedicato.
La presidente Carla Rocchi ha infine voluto sensibilizzare sul numero di animali presenti nei rifugi Enpa. “Non c’è tempo da perdere“, ha sottolineato la Rocchi. Sono oltre 17mila – difatti – i cani e più di 40mila i gatti accolti dall’inizio del 2022 nelle strutture dell’Ente sparse sul territorio. L’ultimo è Kobe, un cagnolino di cinque mesi ceduto dalla famiglia per via della crisi.
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Gli aumenti hanno dunque segnato un malcontento generale nella popolazione, che ha riguardato almeno il 50% delle scelte mirate ad abbandonare o affidare a strutture competenti il proprio quattro zampe. Per tal ragione un netto taglio dell’Iva potrebbe essere l’unica soluzione pratica per aiutare a circoscrivere il fenomeno negli prossimi mesi del 2022 e l’inizio del 2023.
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