Arriva il divieto per l’allevamento e la custodia di cani brachicefali: le nuove regole per la tutela delle razze che soffrono.
Un esemplare triste di Carlino, in virtù del suo aspetto e delle sue condizioni di vita, è divenuto l’emblema – nel corso delle ultime settimane – di quanto si sarebbe infine rivelato indispensabile per apprendere la necessità di dare il via a un cambiamento che possa finalmente garantire il totale benessere delle razze di cani brachicefali.
Nuovo divieto per cani brachicefali: quando custodia e allevamento sono fonte di sofferenza
La conformazione fisica degli animali da compagnia può essere fonte di sofferenza per razze di animali brachicefali. Ad affermarlo una commissione di specialisti e animalisti dei Paesi Bassi. A fronte di tale constatazione si sta lavorando con serietà per abolire la possibilità di “abbellire” queste tipologie di esemplari. Fra le razze di pelosetti attualmente considerate a rischio vi sono, tra i cani: Boxer, Boston Terrier, Bullmastiff, Pechinese, e molte altre.
Non solo cani, ma anche gatti brachicefali: le razze dal muso piatto di felino sono – ad oggi – anch’esse non meno interessate al cambiamento in atto proveniente dai vertici ambientalisti del nord Europa.
La possibilità di intervenire direttamente nell’evoluzione di simili razze non verrà più concessa. A ciò si riferisce, innanzitutto, il nuovo divieto: già promosso dalla commissione responsabile ad inizio 2023.
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La proposta del Ministero olandese – dimostrandosi sensibilmente turbato dalle ricadute che le superficiali scelte di alcuni esseri umani possano avere sulla vita di questi fragili esemplari – è stata quella di agire in modo che “nessun animale domestico debba risentire del proprio aspetto“. E dunque si è considerato opportuno promuovere, con la dovuta attenzione all’argomento, “divieti di custodia ed esposizione“.
Può una conformazione fisica stabilire delle ripercussioni sulla salute dei nostri amici a quattro zampe? Quando si ha a che fare con razze di cani o gatti brachicefali ciò è più facile che possa verificarsi. Un valido esempio potrebbe essere la stenosi delle narici, la quale può determinare dei problemi all’apparato respiratorio per almeno il 50% dei cani appartenenti a simili famiglie.
Annunci e concorsi in rete – finalizzati dunque a promuovere l’acquisto o l’allevamento di un determinato tipo di esemplare, con caratteristiche anomale, vorrebbe dire – secondo il ministro e in poche parole – ignorare le conseguenze della sindrome BAOS (che riguarda serie difficoltà respiratorie) e altri più generici disturbi gastroenterici. Pertanto una simile svogliatezza, essendo una delle fonti principali di sofferenza per questi pelosetti, verrà gradualmente eliminata.