Cani adottati in canile e rivenduti in rete

Cani adottati in canile e rivenduti in rete

cane in canile

E’ difficile controllare il traffico e il commercio degli animali, soprattuto quando gli appelli o gli annunci vengono pubblicati in rete. Una situazione sulla quale molte associazioni chiedono da tempo d’intervenire, interpellando le istituzioni a stabilire delle norme affinché sia regolamentata la vendita degli animali in rete così come sia stabilita un’anagrafe canina a livello nazionale ed europea per la loro rintracciabilità. Un fenomeno complesso dal quale emergono vicende davvero raccapriccianti per cui una piccola creatura indifesa è sempre più oggetto di speculazioni economiche.

Cani adottati rivenduti in rete

Sembra quasi impossibile immaginare che molti cani adottati in un canile siano poi rivenduti in rete. Eppure è quanto hanno accertato i membri dello staff del canile di Poitiers in Francia. Secondo quanto spiega Caroline Langlois, una volontaria della Spa di Poitiers, molti cani adottati in canile sono poi individuati tra gli annunci sui siti internet. Un fenomeno in crescita, tanto che alcuni volontari sono incaricati di seguire gli annunci in rete in modo da individuare i cani che sono usciti dal canile.

“Negli ultimi anni, trovavamo un annuncio ogni tanto, magari ogni tre mesi. Adesso, il fenomeno viene registrato ogni mese. Addirittura tra dicembre e gennaio, abbiamo trovato ben tre annunci di vendita di cani adottati”, racconta Caroline Langlois, volontaria al canile Spa Poitiers.

Traffico di cani adottati

Gli annunci vengono pubblicati sia sui siti online che sui gruppi facebook. In alcuni casi, si tratta di cani che hanno avuto cinque proprietari diversi, sottolineano i volontari amareggiati. Si tratterebbe di un modo con il quale molte persone intendono ripagarsi le spese sostenute di media di 130 euro per adottare un cane.

“Una persona ha rivenduto un cane che aveva adottato nel nostro canile dopo due anni, mentre in un altro appello, il cane era stato adottato da pochi mesi. Il proprietario si era accorto che non era adatto alla convivenza e ha deciso di rivenderlo poco dopo”, racconta la volontaria.

I volontari hanno però ricordato che nel contratto di adozioni ci sono delle clausole per tutelare il cane. Se l’adottante non vuole più tenere il cane, si deve mettere in contatto con il canile che provvederà a trovare una nuova sistemazione all’animale.

Regolamentazione vendita di animali in rete

Per limitare questo fenomeno e l’illegalità del traffico e del mercato di animale in rete, la Francia ha introdotto una norma per cui chi intende pubblicare degli annunci di vendita, anche in modo privato, dovrà prima presente una domanda al ministero dell’ambiente e dell’agricoltura.

Recentemente, anche la provincia della Vallonia, in Belgio ha introdotto un nuovo regolamento in cui vieta la vendita online ma anche gli appelli per le adozioni in rete e sui social.

Norme discutibili ma con le quali in realtà, le istituzioni non intendono limitare la libertà degli individui quanto invece tutelare gli animali.

La stessa associazione animalista Aidaa in Italia aveva denunciato la vendita illegale dei cuccioli in rete dopo aver condotto un’indagine dalla quale emergeva una vera e propria attività “sommersa” e “illegale” nella vendita di cuccioli online.

Il presidente di Aidaa, Lorenzo Croce aveva pertanto affermato che “servono nuove regole condivise per regolamentare la vendita online, a nostro avviso per vietarla proprio a livello nazionale ed europeo”.

Un fenomeno fino ad oggi ignorato dalle istituzioni. Eppure il caso emblematico di Poitiers potrebbe essere esteso su scala europea. Molti di quei cani presenti negli annunci, dopo aver sofferto l’abbandono o maltrattamenti, potrebbero essere vittime di sfruttamento e di speculazioni.

 

C.D.

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