Le guardie zoofile dell’OIPA della sezione di Verona hanno effettuato un incredibile salvataggio relativo a due cani, rinchiusi in delle gabbie degradate ed arrugginite dopo che il cacciatore loro proprietario era deceduto da tempo. Al loro interno c’erano solamente escrementi ovunque ed acqua ormai estremamente intorbidita. L’episodio si è verificato nella provincia del capoluogo scaligero, all’interno del territorio di Negrar.
Gli animali si sono presentati in condizioni di maltrattamento e di deperimento fisico estremamente avanzato ed i veterinari della ULSS 9 veronese assieme alle stesse guardie zoologiche dell’OIPA hanno effettuato una ricostruzione sommaria dei fatti: in seguito alla morte del cacciatore, i due cani da caccia pare fossero stati presi in carico da un’altra persona che però si è del tutto disinteressati a loro, rinchiudendoli nelle gabbie e non provvedendo più a nutrirli né a curarli.
Le loro unghie erano diventate molto lunghe ed i poveri quattrozampe hanno mostrato i segni della fame sui loro corpi. Tra il maschio e la femmina poi è stata quest’ultima a presentare una condizione di salute peggiore, afflitta com’era da congiuntivite, febbre, alopecia, piaghe da decubito, canini spezzati ed altri gravi sintomi. I due cani sono stati sottoposti a sequestro ed è partita una denuncia per maltrattamento nei confronti di una donna, proprietaria del terreno su cui sono stati rinvenuti gli animali.
A far smuovere la situazione è stata la segnalazione di una persona che aveva notato la situazione di grande sofferenza dei cani e ha deciso di esporre il tutto all’OIPA. L’organizzazione ha lodato questo comportamento ed invita le persone a fare lo stesso qualora si presentassero casi e situazioni di disagio a discapito degli animali: solo così è possibile intervenire per porre fine alle loro sofferenze. E questa storia è l’esatto contrario della vicenda che vede una persona impegnata invece nell’operare solamente per fare del bene agli animali.