Un cane ucciso nel comune salernitano di Montecorvino Rovella: gli animalisti insorgono con l’amministrazione comunale.
Altro caso con protagonista un cane ucciso. Stavolta è successo in Campania, nel comune di Montecorvino Rovella, in provincia di Salerno. Qui è stato trovato il corpicino privo di vita di un cucciolo, che qualcuno ha ammazzato in maniera gratuita ed ingiustificabile. Stando ad una prima analisi approfondita, il quattrozampe ha subito la rottura della colonna vertebrale. E l’esito dell’autopsia viene confermato acnhe da Rinaldo Sidoli. Si tratta del responsabile nazionale iniziative speciali di LEIDAA. Proprio la Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, che vede in qualità di presidente l’on. Michela Vittoria Brambilla (punto di riferimento anche di altre associazioni animaliste) si è scagliata duramente contro gli autori di questo orripilante gesto, ancora anonimi.
E non è la prima volta, come ci tiene a sottolineare Sidoli, che nel territorio avvengono fatti del genere. Il più recente risale giusto a qualche giorno fa, con lo sterminio di una colonia di gatti, “i cui corpi sono spariti prima che le forze dell’ordine giungessero sul posto. E noi incolpiamo apertamente il Comune – sostiene Sidoli alla stampa – visto che il sindaco è responsabile anche del benessere degli animali presenti all’interno del territorio di Montecorvino Rovella”.
Cane ucciso, ennesimo caso sul territorio di Montecorvino
Il dirigente animalista fa riferimento in particolare ad una sentenza della IV Sezione penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 148/2017. “Nella Regione Campania il randagismo è una piaga presente da anni e che rappresenta un problema enorme. Serve quindi assumersi le proprie responsabilità. Ci vuole un inasprimento delle pene contro i colpevoli di casi come questo con un cane ucciso od in altri dove le vittime sono gli animali in generale. Serve il carcere, ma la legge italiana in questo senso è ancora troppo leggera. Ad agosto 2017 sul territorio furono rinvenuti anche due cani impiccati, ma l’amministrazione non ha fatto quasi niente per impedire che casi del genere si verificassero ancora. Questa situazione deve finire subito, c’è anche la legge 281/1991 che deve essere applicata”.
A.P.