Il pastore belga di nome Malice, è un cane da soccorso che si è perso per 16 giorni tra i ghiacci del Cervino
Un cane da soccorso disperso per 16 giorni nei ghiacci e ritrovato ancora vivo: è una storia tutta italiana, accaduta sulle pendici del monte Cervino, una delle creste più alte del nostro Paese. Là, tra neve e freddo (ma anche paesaggi mozzafiato) si è consumata una vicenda che ha un lieto fine dolcissimo.
Il racconto, inoltre, è un chiaro esempio di come anche chi è abituato a salvare altre persone in difficoltà possa trovarsi a sua volta nei guai. Esattamente come è accaduto a Malice, la pastore belga malinois di sette anni protagonista della vicenda.
Lucio è l’umano che lavora a contatto con Malice: è una guida alpina e tecnico del soccorso alpino, nonché conduttore della cucciola. I due si trovavano in un rifugio sulle pendici del Cervino, quando la pastore belga si è allontanata, senza alcun apparente motivo.
Gli uomini che erano con lei non hanno visto l’animale andarsene e hanno capito in ritardo cosa fosse successo. Quando hanno iniziato a cercarla, infatti, Malice era già sparita. Probabilmente l’olfatto del cane deve averle fatto percepire qualcosa che l’ha spinta ad allontanarsi. Qualcosa, però, deve essere andato storto e la quattro zampe si è persa tra le nevi del massiccio.
Allarmato, Lucio ha dato subito il via alle ricerche della sua amica e collega: tutti erano in pensiero per la sorte di Malice, che era dispersa in un ambiente non certo ospitale. Tuttavia, del cane da soccorso non si è riusciti a trovare alcuna traccia per molti giorni. La speranza di rivederla viva stava piano piano abbandonando tutti.
Più il tempo passava e meno era facile aspettarsi ciò che poi è successo: dopo 16 giorni dalla sua scomparsa, Malice ha fatto capolino nel rifugio. I suoi amici umani avevano forse sottovalutato la voglia di vivere e la forza della cagnolina, che era riuscita a sopravvivere a temperature estreme (anche -25 gradi).
Pelle e ossa, la quattro zampe era visibilmente in difficoltà, avendo sofferto fame e freddo, ma per fortuna non ha riportato nessuna conseguenza grave. Il cane ha dovuto infatti affrontare un breve periodo di riabilitazione, dopo il quale ha ripreso il suo lavoro. Insomma, un finale al glucosio proprio come merita un cane-eroe, impegnato quotidianamente a salvare vite.
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Matteo Simeone
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