I proprietari di un cane hanno compiuto una disumana azione, seppellendo vivo il proprio Fido. L’animale però è riuscito ad uscire dalla tomba e a cercare aiuto
Un gesto orribile ha costretto un povero quattro zampe a vivere un’esperienza devastante.
Un cane è stato seppellito vivo, in un bosco, dai suoi stessi padroni. Il Fido però non si è arreso al proprio destino e, con una forza di volontà immensa, ha scavato ed è riuscito ad uscire da solo dalla sua tomba. Dopo di che ha iniziato a vagare in cerca di aiuto.
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Il protagonista di questa tremenda vicenda si chiama Kiryusha ed è un pastore tedesco di sette anni. Dopo essersi liberato, il Fido ha camminato lungo il ciglio di una strada, sperando nell’intervento provvidenziale di qualcuno.
Per un caso fortuito e fortunato, una signora in auto gli è passata accanto, notando il cane che avanzava a fatica, sotto la pioggia. La donna di 39 anni all’inizio si è limitata a superato. Ma il pensiero del povero cane, palesemente bisognoso di aiuto, non le dava tregua, così ha deciso di fare marcia indietro e di soccorrere l’animale.
Al suo arrivo, il cucciolo giaceva a terra, bagnato e ormai allo stremo delle forze. La soccorritrice ha caricato il quattro zampe sul sedile posteriore dell’auto e ha provveduto a procurato del cibo.
Il cane esausto ha riposato per tutto il viaggio, fino a quando, giunti ad Ukhta, la donna lo ha lasciato alle cure di un’organizzazione di salvataggio animali, la Kind City.
Dopo il recupero del cucciolo, il rifugio ha iniziato a diffondere delle sue foto, ricevendo importanti informazioni sul cane abbandonato.
Così sono riusciti a scoprire e rintracciare i proprietari del Fido. I padroni hanno confermato di aver compiuto il crudele gesto. Oltre ad averlo seppellito vivo nei pressi dell’autostrada in cui è stato ritrovato, i proprietari hanno dichiarato di aver iniettato al cane anche una dose letale di un farmaco.
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I colpevoli si sono “scusati” per aver l’orribile atto compiuto, ma hanno giustificando la spregevole azione sostenendo che il cane era ormai malato. Alcuni test eseguiti dai veterinari, invece, hanno provano che il Fido non aveva gravi problemi di salute, se non essere fortemente denutrito.
Il rifugio, da canto suo, ha ringraziato di cuore la soccorritrice del povero animale che non solo gli ha salvato la vita, ma gli ha dato la possibilità di iniziarne una nuova.
Ricordiamo che, anche in Russia, il maltrattamento degli animali è considerato reato, in base all’articolo 245 del codice penale. Le pene previste per tali crimini prevedono dall’obbligo di pagare multe salatissime all’arresto.
Purtroppo, nonostante vi sia una norma a tutela degli animali, episodi come questo continuano a verificarsi, soprattutto nei confronti dei randagi. Inoltre, alle volte accade che alcuni di questi misfatti non vengano segnalati, lasciando i colpevoli impuniti.
M. L.
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