Cane scheletrico, legato a un albero e lasciato morire dai padroni
Cane scheletrico, legato ad un albero dai padroni per farlo morire
Un caso di crudeltà inaccettabile agli occhi di tutti. Quello del ritrovamento di un cane, chiamato Sunshine (Raggio di Sole) che i proprietari avevano barbaramente condannato a morte.
I padroni dell’animale, residenti a Parigi, in Texas, lo avevano legato ad un albero, lasciandolo morire di fame. Il cane è stato intravisto per caso da un passante che si è subito messo in contatto con il rifugio Rescue Dogs Rock NYC per poter aiutare il cane.
“Legato a un albero e lasciato morire di una morte lenta”, ha commentato Stacey Silverstein, co-fondatore di Rescue Dogs Rock NYC, pubblicando un post con fotografie raccapriccianti che documentano le condizioni terrificanti in cui è stato ritrovato Sunshine.
“… Questo è uno dei peggiori casi di abbandono che abbiamo mai incontrato”, prosegue Stacey, spiegando che il cane è stato trasferito in emergenza presso la clinica veterinaria di Frisco, in Texas, mentre i volontari hanno appreso di altri tre esemplari appartenenti agli stessi proprietari e che vagavano liberi nel loro terreno mentre Sunshine era stata legata. Anche gli altri cani, riferisce la Rescue Dogs Rock di New York sono stati salvati e saranno seguiti dall’associazione nelle cure e per l’adozione.
Migliaia i commenti degli utenti, indignati per le condizioni di Sunshine. Sono in molti a chiedersi come sia possibile ridurre un cane in quelle condizioni e vederlo morire di fame, giorno dopo giorno.
Dalle immagini e il video condiviso dall’associazione si può solo immaginare l’orrore che abbia vissuto Sunshine così disidratata e debole da non potersi reggere in piede con lo sguardo pieno di terrore.
Le condizioni son molto critiche e per questo Sunshine sta ricevendo cure 24h su 24h. E’ stata effettuata una flebo per la reidratazione e sono state necessarie trasfusioni di sangue. I veterinari sono cauti nell’esprimere una diagnosi. “Se sopravvive, i tempi per la sua guarigione saranno lunghi”, concludono i volontari, chiedendo aiuto agli utenti.