Una storia di speranza: il cane Sarge trova una famiglia tutta per sé, dopo aver trascorso ben 628 giorni in un rifugio.
Mai smettere di sperare. È quello che insegna la storia del cane Sarge, che ha trovato una famiglia, dopo aver trascorso 628 giorni in un rifugio. Un avvenimento di gioia che i componenti del Foothills Animal Rescue, che si sono presi di lui in questo tempo, hanno voluto celebrare con una piccola festa d’addio, le cui immagini sono state mostrate sul profilo facebook del rifugio.
Per chi si occupa giornalmente della cura di un cane di un rifugio, c’è sempre un misto agrodolce tra gioia e tristezza, difficilmente descrivibile, quando giunge la notizia che finalmente ha trovato una famiglia tutta per sé.
Ed è probabilmente la stessa sensazione che hanno provato i volontari del Foothills Animal Rescue, quando hanno saputo che finalmente, Sarge, dopo aver trascorso con loro 628 giorni, aveva trovato una nuova famiglia.
E così hanno deciso di preparare una festa di addio, tutta per il loro amico a quattro zampe, sia per celebrare la lieta notizia, sia per dirgli addio in un modo degno.
Non si trattava di un’adozione scontata: Sarge, misto tra un Australian Shepherd ed un Pittbull, è incompatibile con altri cani. Questo poteva costituire un ostacolo importante per i potenziali adottanti.
Questa caratteristica, infatti, dimezza notevolmente il numero degli aspiranti, molti costretti gioco forza a rinunciare, laddove in casa abbiano già altri animali.
Chi avrebbe adottato Sarge, avrebbe dovuto fare i conti col fatto che non avrebbe potuto prendere con sé un altro cane, e che perfino le passeggiate iN un parco potrebbero essere difficili.
Per fortuna nulla di tutto ciò ha spaventato la sua nuova famiglia, che gli ha donato una nuova vita.
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Il Foothills Animal Rescue è un rifugio per animali che opera nella cittadina di Scottsdale, nello stato dell’Arizona, Stati Uniti d’America. I risultati ottenuti da tali centri impongono una grande riflessione, per ciò che concerne la differenza e la contrapposizione ai canili.
I rifugi, gestiti nella maggior parte dei casi dai volontari, appaiono un luogo più idoneo alla temporanea permanenza dell’animale, in attesa che venga adottato da quella che sarà la sua nuova famiglia.
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Al contrario il canile, spesso il punto di riferimento istituzionale, almeno per ciò che concerne il nostro Paese, appare più come una sorta di prigione, che non incentiva efficacemente le adozioni in cui il cane trascorrerà il resto della vita, in attesa di una famiglia che non arriverà mai.
A. S.
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