Una associazione di volontariato ha risolto il caso di un cane salvato. Ma al tempo stesso ha riscontrato gravi mancanze dalle autorità locali.
I casi di maltrattamenti animali arrivano purtroppo con cadenza oramai pressoché quotidiana. Questa volta ci occupiamo di Chiarina e del suo triste caso. Si tratta di un povero cane salvato dopo essere stato trovato da una associazione di volontariato, ‘Impronte nell’Isola’, i cui componenti hanno provveduto a prestargli soccorso immediato. E questo dopo aver preso atto che il veterinario dell’Asl ed anche i vigili urbani si erano rifiutati di aiutarla. La vicenda è avvenuta ad Iglesias, in provincia di Cagliari. Chiarina è stata trovata in una situazione estremamente critica. Era praticamente scheletrica, con le costole che le spuntavano dalla pelle. Moriva di fame ed era fortemente denutrita.
Ma nonostante ciò, nessun rappresentante delle istituzioni ha voluto aiutare questo povero quattrozampe. E questo è valso a vigili e veterinario una denuncia inoltrata ai carabinieri di Iglesias. A presentarla è stata Alessandra Pissard, presidente di ‘Impronte nell’Isola’. Chiarina con tutta probabilità deve essere stata abbandonata da qualcuno che evidentemente non voleva più averla con se in casa.
Da qui si spiega il suo dimagrimento a livelli paurosi. Probabilmente, essendo cresciuta in un ambiente domestico e ricevendo cibo, una volta per strada non ha saputo a come fare per trovare nutrimento. Il Movimento Animalista ha anche spedito una lettera alle forze dell’ordine locali (Prefetto, Procura, Questore e Carabinieri) in cui ricorda loro il dovere di applicare la legge 189/2004 “in materia di repressione del maltrattamento di animali e di relativi interventi da parte delle autorità”.
Nella presente si fa riferimento a come questo provvedimento troppo spesso non venga attuato. Ed in merito all’episodio in questione del cane salvato, viene posto l’accento sul comportamento estremamente negativo tenuto da parte di soggetti che invece avrebbero dovuto porre una immediata risoluzione al problema. La conclusione della lettera porta anche al ricordare che “l’Omissione d’atti d’ufficio come il mancato servizio di pubblica utilità vengono puniti penalmente in base all’art. 328 del Codice Procedura Penale”.
A.P.
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