Cane randagio e la triste condizione nel canile. Il bisogno costante di rassicurazioni e di fiducia, riassunte in una commovente lettera
La vita dei cani randagi, com’è tristemente noto, è fatta di sconforto e vane speranze. Ogni giorno sono costretti a fare i conti con un’incessante ricerca di cibo e di un luogo al sicuro dentro al quale trovare riparo dall’arsura dei mesi estivi e dal freddo dell’inverno. Tra questi, alcuni subiscono maltrattamenti di ogni genere mentre altri i “più fortunati” per così dire, possono contare sull’appoggio della struttura del canile, dove trovano persone che si prendono cura della loro alimentazione e del bisogno di uno spazio privo di rischi da eventuali malfattori.
I volontari della struttura però sebbene possano prendersi cura dei loro bisogni fisici, compiono un grande sforzo per provvedere anche a quelli morali. Essi impiegano tutto l’impegno di cui sono capaci ma la speranza di ciascun animale lì’ presente, sarà sempre quello di trovare una famiglia disposta a dedicargli amore e affetto incondizionato. Così, quando le persone fanno loro visita per scegliere quello che potrebbe essere il più “adatto” al loro affetto, i quattro zampe fanno tutto il possibile per piacergli. Si avvicinano alla gabbia, osservandoli attentamente. Leggere l’espressione che compare sul loro viso è semplice: tanta speranza unita alla paura di non essere accolti, di non essere presi in considerazione.
Un timore che non va mai via, che viene sospeso fino all’attesa di un nuovo incontro. Occhi lucidi, zampe che cercano una mano che li porti via e possa riempirgli di carezze per tutta la vita. Sono queste le scene ai quali i volontari assistono durante il loro lavoro ma non si arrendono per portare gioia e amore anche durante il periodo dell’attesa, che in qualche modo, riesce ad attenuare la sofferenza. Poi, quando le aspettative vengono ripagate e giunge il fatidico momento di entrare in una nuova famiglia, cosa prova il cane che per tanto tempo è stato dietro le sbarre di una gabbia? Ebbene, nell’attimo in cui lo sguardo del pelosetto incontra quello del suo nuovo padrone, si scatenano un vortice di emozioni e sentimenti contrastanti, non impossibili da comprendere. Allora ci viene in auto da calarci nei suoi panni ed esprimere quello che sentono.
“Non voglio recarti nessuna offesa, ma non so cosa devo aspettarmi da te. Non ti conosco e somigli a quelle persone che hanno tentato di colpirmi con un bastone. Mi porterai in macchina? Sappi che ho paura perché tante volte hanno provato ad investirmi. Non portarmi dal veterinario se non sto male. Prima devo acquisire fiducia in te. Non invitare amici e parenti a casa, non li conosco. Se ho poco appetito, non preoccuparti perché devo elaborare ogni novità che mi sta capitando. Non farmi vivere troppe cose nuove, ho bisogno di tempo. Se rompo qualcosa è solo per farri capire che mi sento a disagio, e non so se potevo farlo. Non alzare la voce, potresti far ritornare brutti ricordi nella mia mente. So che vorresti darmi tante coccole ma in canile ero abituato a restare da solo, ti chiedo di aspettarmi e mi abituerò. Viviamo il presente, giorno per giorno, anche se voglio vivere il futuro insieme a te. Sono un cane ho dei desideri e delle necessità. Se avrai pazienza con me io avrò fiducia in te e la nostra vita sarà meravigliosa!!”
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