Lo hanno gettato con il muso legato all’interno di due buste di plastica, nel secchione della spazzatura. E’ morto dopo due giorni di agonia. Il perché? Lo ha raccontato una volontaria. Perché prima di essere gettato come un rifiuto, il povero meticcio chiamato “lucky” dai volontari, era stato picchiato brutalmente. Le percosse hanno provocato nel povero animale un trauma cranico che dopo una lenta agonia, lo ha portato alla morte.
Lucky non deve essere morto invano. Come Angelo e molti altri esemplari che spariscono ogni giorno e sono vittime della crudeltà umana. Vittime della brutalità, dell’ignoranza e soprattutto di persone codarde che si nascondono e non si assumano le responsabilità delle loro azioni.
Ecco perché la condanna deve essere unanime.
I volontari del canile di Latina avevano denunciato quanto accaduto, promettendo di rendere giustizia a Lucky. A distanza di qualche giorno dalla morte del meticcio, i volontari dell’associazione Amici del Cane hanno pubblicato un post annunciando che il responsabile è stato individuato.
“Ho giurato che ti avrei cercato e ti avrei trovato brutto bastardo….e così è stato.
Grazie alle segnalazioni di tanti, alle mail, alle telefonate (anche anonime) l’autore di questa infamia e stato identificato. Il suo nome è stato comunicato agli organi di Polizia che già stamattina hanno ricevuto formale denuncia da parte delle volontarie dell’associazione. Si tratta di ore….e veniamo a prenderti a casa”.
E’ quanto scrivono le volontarie che adesso chiedono giustizia. “Non potrai più uscire da casa senza essere insultato.Latina è abitata da tanta brava gente ed è stata la collaborazione di tutti a permetterci di trovarti in 48 ore”, concludono i volontari.
Per avere giustizia e per mantenere accesi i riflettori sulla triste storia di Lucky, l’associazione Amici del cane ha promosso una marcia domenica 24 giugno a Latina, in ricordo del cane e per chiedere giustizia.
Una marcia per dimostrare che Latina ama i cani e condanna queste barbarie di cui sono responsabili individui che forse non dovrebbero neanche essere chiamati “umani”.
La solidarietà, l’amore e soprattutto la compassione per queste creature va di pari passo con l’evoluzione di una società che si fonda sul rispetto.
Per informazioni clicca: Marcia PER LUCKY
C.D.
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