La storia del cane Pacho aveva fatto il giro del web: rispedito indietro per “colpa” del suo peso, ora ha iniziato una nuova vita, all’insegna della felicità. Una storia che aveva commosso e indignato moltissime persone, ma che ora ha il suo lieto fine.
Alcune storie hanno dell’incredibile già sul nascere, nel senso che la normalità non è nemmeno sull’uscio della porta di casa. Ma alla fine, cos’è normale? Ognuno sceglie la propria definizione. Resta il fatto che in alcune situazioni si può benissimo usare la parola assurdo. Quello è un concetto che abbiamo chiaro tutti, soprattutto se appare dinanzi ai nostri occhi. E assurda è stata anche la vicenda che ha contraddistinto la storia del cane Pacho. Molti di noi lo ricordano benissimo. Rispedito indietro, in un canile pugliese, soltanto perché pesava tre chili in più rispetto al “dovuto”. Il nostro amico a quattro zampe tornò in canile del tutto spaventato e non più con la voglia di mangiare. Ma ora, per lui, è iniziata una nuova vita, degna di essere definita tale.
Per fortuna non tutte le storie che iniziano con il piede sbagliato sono destinate a finire allo stesso modo. Molte di esse si addrizzano lungo il percorso, ma spesso hanno bisogno di un contributo o di un aiuto vero e proprio. Lo stesso che cercava il cane Pacho e la volontaria Erika Niccolai.
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La storia del cane Pacho la ricorderanno in molti. Fu rispedito al canile di partenza, in Puglia, per via del suo peso. Tre chili in più gli costarono il viaggio di ritorno. Da quel giorno in poi aveva smesso di mangiare, come se avesse capito cosa fosse accaduto intorno a lui. Un atto davvero aberrante.
Ma ora, la sua vita è tornata a splendere come il sole in un cielo limpido. Pacho ha trovato una nuova famiglia e ora si trova in provincia di Monza e Brianza. Nella nuova casa dov’è entrato ad aspettarlo c’era una femmina di Dogo Argentino, sorda e salvata da cucciola prima che venisse soppressa.
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Ha trovato un ambiente ideale e pregno di amore. Un po’ come sperava Erika Niccolai, la volontaria Oipa di Taranto che da sempre si occupa di queste adozioni: “Dopo il giorno in cui era tornato in canile mi si era spezzato il cuore. Soprattutto nel vedere i suoi occhi tristi. Aveva capito benissimo cosa gli fosse accaduto. Ora, invece, piango di gioia nel sapere in quali mani è finito. Se lo merita tutto”.
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