Stephanie Bates, 49 anni, di Fayetteville, cittadina dello stato americano della Carolina del Nord, è stata assolta dall’accusa di atti di crudeltà contro il proprio cane, che si ritiene sia morto per gli stenti e la fame. La donna era stata additata come principale responsabile della terribile scomparsa di Bruno, il suo Boxer di 3 anni. Tutto avviene nel 2013 quando un veterinario porta alla luce alcuni problemi di natura gastrointestinale all’animale, cosa che ha comportato successivamente diverse visite specialistiche nel tentativo di migliorare le condizioni di salute del quattro zampe.
Ma Bruno non accennava a migliorare, perciò un anno dopo la Bates si era decisa a chiamare il suo veterinario di fiducia per chiedergli di porre fine alle sofferenze del cane decidendo di sopprimerlo: il dottore però aveva opposto un netto rifiuto e la vicenda era passata in mano alle autorità della Contea di Cumberland, le quali osservano in prima persona come le condizioni di Bruno fossero deteriorate al punto da non permettergli nemmeno di stare in piedi. Il cane subisce poi anche un arresto cardiaco ed alcuni mesi dopo, siamo ad inizio 2015, le sue sofferenze vengono alleviate con la morte indotta.
La giuria, nel processo a carico di Stephanie Bates, ha stabilito che non è stato possibile definire quale fosse la responsabilità della proprietaria nel decesso di Bruno affermando che presto il cane sarebbe morto comunque, ma veterinari ed animalisti non sono d’accordo e sostengono che sia stata la donna a lasciare morire di fame in modo atroce il Boxer. E la questione resta irrisolta, tra le domande delle associazioni in favore dei diritti degli animali che si chiedono come mai Bruno non sia stato affidato alle cure di una di loro. E Bruno non è il solo cane che ha patito la fame e gli stenti…
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