Cane maltrattato, la condanna assegnata al padrone è stata oggetto di polemiche poiché ritenuta poco severa, rispetto a cosa prevede la legge
Era in condizioni pietose. Legato ad una catena, immerso nella sporcizia, senza cibo, né acqua. Era questa la vita quotidiana di un cane non trattato come si deve dal suo proprietario. Per il trattamento riservato all’animale, il padrone ha ricevuto una condanna che non è affatto piaciuta all’Earth poiché ritenuta poco severa. Ecco nel dettaglio di cosa si tratta…
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La vicenda risale all’8 marzo scorso, quando i vicini di casa hanno allertato i carabinieri i quali, giunti sul posto, hanno effettuato i controlli necessari. Le forze dell’Ordine quando sono arrivati hanno constato, con i loro occhi, la triste condizione nella quale il cane stava vivendo. I suoi giorni erano così difficili che non riusciva neanche a sdraiarsi a causa della catena che gli impediva ogni movimento. Solitamente, un simile stato dell’animale prevedeva un provvedimento molto forte dal punto di vista penale, com’è giusto che sia, specialmente in casi del genere.
Infatti, l’articolo 544 ter del codice penale prevede una reclusione di 4 mesi ma l’uomo ha ricevuto solo una condanna basata su una sanzione pecuniaria dal valore di 9.000 euro. Questo è il risultato della sua condanna che ha giudicata troppo lieve da parte del presidente dell’Earth, Valentina Coppola. La donna chiede maggiore giustizia al riguardo e si rivolge alle istituzioni chiedendo una legge che tuteli gli animali. Nella sua richiesta, la donna chiede che gli animali vengano riconosciuti come esseri senzienti e dunque, chiunque non li tratti bene, debba ricevere una pena adeguata al reato commesso.
La condanna che è stata assegnata non è ritenuta abbastanza forte per i danni che il padrone ha procurato nei confronti del suo amato cane. Purtroppo, sono molti gli episodi di maltrattamenti riservati agli animali che hanno visto i padroni non ricevere una condanna adeguata. La nostra speranza è che il suo appello venga accolto dalle istituzioni e che finalmente, nel concreto, ogni animale abbia la considerazione che merita di avere.
Benedicta Felice
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