Era ferito bordo strada, i soccorsi non arriveranno mai
Hanno aspettato a notte fonda, i soccorsi per un povero cane rimasto vittima di un incidente. L’animale, un collie maschio, era stato probabilmente investito da un’automobile e lasciato agonizzante a terra, lungo le strade di campagna del comune di Monterchi, in Toscana. Era l’una di notte quando tre giovani, un ragazzo e due ragazze hanno cercato di salvarlo.
Coprendolo con i loro giacconi, i ragazzi hanno poi chiamato tutti i numeri di soccorso che trovavano facendo ricerche sul proprio cellulare. Un giro di chiamate, che sembrava essere il girone dell’inferno. Al primo numero ha risposto una persona, raccontano i ragazzi, che ha risposto “lasciatelo lì domani mattina farò venire dei veterinari/o a prenderlo”.
Sono seguite le telefonate al 113, 118, polizia veterinaria, i ragazzi riferiscono di aver chiamato anche i veterinari. “Ognuno ci scaricava dicendo di chiamare questo numero o quella persona, tutti riconducendo alla Asl, che non è mai intervenuta”, denuncianto i testimoni.
Alla fine, solo un carabiniere si è reso disponibile, assistendo telefonicamente i ragazzi, aiutandoli ad individuare il recapito di una volontaria della Protezione Civile che è saltata dal letto a notte fonda per andare ad aiutare i giovani.
“Nel frattempo si sono fatte le 3 del mattino le temperature erano molto basse, l’asfalto era ghiacciato, il cane non riusciva più a tenere gli occhi aperti”. E’ l’amara testimonianza di chi ha cercato in tutti i modi di salvare una vita.
La volontaria ha caricato il cane, portandolo in una clinica. All’indomani, purtroppo, l’esemplare era morto.
La denuncia in un post, pubblicato sui social, con il quale i tre protagonisti di questa drammatica vicenda hanno espresso sconforto, rabbia e frustrazione.
“Questo lungo messaggio era per sottolineare che gli enti che dovrebbero aiutare queste creature non intervengono, ovviamente con questo non voglio dire che se c’è una mela marcia in un albero allora lo sono tutte, ma io faccio le veci di quello che ho vissuto”.
Nel post viene rivolto anche un messaggio ai proprietari del cane e a chi ha investito il cane.
“I cani non sono giocattoli, non si sfruttano per i propri scopi e non si lasciano girare a piede libero, I CANI NON DEVONO ESSERE PRESI SE POI NON GLI SI DA NEMMENO LA POSSIBILITÀ DI VIVERE
Un ultimo appello va a te oppure a voi che lo avete investito, dovreste essere veramente sporchi dentro, non so come si fa a non avere un briciolo di umanità e sensibilità, le vere bestie siamo noi!”
Come sempre, l’irresponsabilità di molte persone, ricade su persone di buon cuore, disposte a stare a notte fonda con temperature sotto allo zero per aiutare una povera creatura che aveva bisogno di aiuto. Persone che si fanno carico non solo dell’incompetenza, dell’inadempienza di chi è predisposto a determinati interventi, ma anche della responsabilità dei proprietari di animali, spesso superficiali che minimizzano i pericoli ai quali vengono esposte queste creature.
Un caso simile è anche accaduto recentemente a Passo Corese, nel Lazio.
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Un caso di “omissione custodia” e “omissione soccorso”. Si tratta di reati anche se per la massa “era solo un cane”.
Il soccorso stradale animali è un tema discusso e nella maggior parte dei casi ci si trova di fronte ad un rimbalzo di competenze. Lo stesso problema di mancato soccorso per gli animali si verifica anche nel caso di esemplari selvatici per i quali, come evidenziato da Antonio De Marco, fondatore e responsabile del centro di recupero fauna selvatica, da quando la forestale è entrata nel corpo dei carabinieri, non vi è una normativa che regolamenta chi deve intervenire nel recupero di animali selvatici in pericolo, feriti o morti sulla strada.
Ecco il post:
C.D.
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