Cane intrappolato nel catrame, le immagini sono strazianti
Quello che sfugge sempre sono i pericoli e i rischi ai quali sono esposti i cani randagi. Nella maggior parte dei casi, viene dato per scontato che un cane riesca a sopravvivere per strada, perché è semplicemente un animale dotato d’istinto.
Si tratta di un falso luogo comune. I randagi sono esposti ad innumerevoli pericoli. Infezioni parassitarie, ferite, incidenti stradali, trappole mortali di vario tipo o predatori. Esseri fragili che dipendono in tutto e per tutto dalle attenzioni dell’uomo, anche per quanto riguarda il cibo.
In alcuni paesi in via di sviluppo, questi rischi aumentano anche in base al luogo in cui un randagio vive. Non mancano i casi in cui questi poveri animali si trovano in difficoltà, come documentato ad esempio da numerosi interventi dell’organizzazione internazionale Animal Aid che opera in India.
Attraverso numerosi video di salvataggi i volontari hanno raccontato la disperazione dei cani randagi e la condizione di vita alla quale sono stati condannati, ai soprusi, violenze e maltrattamenti di chi li vuole allontanare.
In questo scenario, non mancano casi di animali vittime di incidenti collaterali, quelli che derivano dall’inquinamento umano e dall’urbanizzazione. Ad esempio, sono piuttosto diffusi, in alcuni paesi, i casi di cani intrappolati nel catrame, ridotti a statue viventi, condannati ad una morte lenta e ad una lunga agonia.
Da Taiwan, giungono le immagini strazianti di un cane intrappolato nel catrame.
Il video del suo salvataggio ha fatto il giro del mondo ed è stato pubblicato da numerosi giornali prestigiosi come il Thesun.
Secondo quanto ricostruito, il povero animale è stato visto per caso da un operaio nella città di Tainan, nel sud-ovest di Taiwan. Preso a compassione, l’uomo si è messo in contatto con un’associazione locale, la Hsu Animal Sanctuary.
Sul posto è intervenuto Hsu Wen-Liang, co-fondatore dell’associazione.
Dalle immagini, si vede il cane totalmente imbalsamato. Il cane era irriconoscibile ed è inimmaginabile pensare che sia riuscita a sopravvivere in quelle condizioni.
Il suo corpo era ormai sommerso dal catrame, ricoperto di sporcizia e si confondeva con il terreno. Il cane era riconoscibile solo dal muso, a dire il vero, forse dagli occhi che erano ancora vigili. L’animale per sopravvivere aveva spalancato la bocca per prendere più aria possibile. Era evidente che stava agonizzando.
Durante l’operazione di recupero, il volontario è riuscito a staccare l’animale dal terreno catramoso. Il copro del cane era indurito, come una statua. L’uomo ha subito idratato il cane, somministrandogli dell’acqua con una siringa.
In quelle condizioni, il cane si sentiva minacciato tanto che inizialmente ha dato segnali di aggressività per difesa. Poi, quando si è reso conto di non dover temere nulla, si è abbandonato alle cure del volontario.
Per diverse ore i volontari hanno cercato di rimuovere il catrame dal corpo dell’animale. Dapprima ammorbidendolo con acqua calda, olio vegetale e farina, poi lavando il pelo con uno shampoo.
Il cane è stato chiamato “Shan Fu”. Anche nei giorni successivi, i volontari hanno continuato a rimuovere il catrame, fino a tosare totalmente il pelo, in modo che la pelle possa respirare.
L’incidente ha sollevato una polemica riguardo all’inquinamento provocato da un’industria che tratta il bitume. Non a caso, le autorità locali avrebbero avviato un’indagine, dopo questo ritrovamento. Inoltre, il dipartimento di protezione animali ha annunciato di voler chiarire le dinamiche dell’incidente, per accertare se non vi siano estremi di maltrattamento. Ovvero, le autorità locali stanno cercando di capire se qualcuno non abbia volutamente ricoperto il cane con il catrame.
C.D.
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