Il cane ha un’infezione alle vie urinarie, proprietario multato perché lontana da casa
“La legge non ammette ignoranza”. Quando però non si tratta d’ignoranza ma di buon senso, ci si chiede quale sia il principio che guida le autorità nel sanzionare i cittadini. Con le restrizioni introdotte dal Governo per contenere il rischio di contagio Covid-19 i cittadini hanno avuto non poche difficoltà ad adeguarsi alle limitazioni di spostamento. Soprattutto chi ha genitori anziani o animali domestici.
Questo ha provocato una serie di vicende rimbalzate sulla cronaca con protagonisti cittadini che hanno lamentato un abuso di potere da parte delle forze dell’ordine. Una pioggia di sanzioni amministrative salatissime che gravano ulteriormente sulla condizione delle famiglie, già in difficoltà a causa del blocco delle attività lavorative.
In questo scenario, il Governo ha limitato ulteriormente gli spostamenti per i proprietari dei cani, circoscrivendo la passeggiata a un perimetro di 250 metri da casa. Alla luce di quanto denunciato da molti cittadini, sono numerosi i casi nei quali i proprietari sono stati multati dopo essere stati, per così dire, “pizzicati” a violare di 50 metri l’ordinanza a volte avventurandosi addirittura a 500 metri da casa.
Risultato? I media stanno parlando di “multe con il conta chilometro”. Anche se a dire il vero è più verosimile che si tratti del “metro da sarto”.
Le forze dell’ordine applicano alla lettera quanto “decretato” e più che restrizioni, il caso registrato a Torino, assume le sembianze di un vero e proprio regime di “coprifuoco”. Un cittadino indignato per quanto subito ha scritto al quotidiano locale torinoggi.it, raccontando la sua disavventura che ha pagato a caro prezzo con un verbale da 533 euro perché si trovava a 500 metri da casa.
Quello che è accaduto è che quel giorno era venuta a mancare la nonna del giovane uomo, il quale si era recato a casa sua per stare vicino alla famiglia con il suo cane, affetto da un’infezione alle vie urinarie. Questo comporta che il cane soffre di incontinenza e necessita uscire spesso.
Tornando a casa sua, nella tarda serata, alle 23h, l’uomo di nome Dennis, si è dovuto fermare con l’auto nella piazza del piccolo paese di Mappano, a circa 500 metri di distanza dalla propria abitazione, per far scendere il cane. E’ a quel punto che è stato raggiunto da una pattuglia dei carabinieri della stazione di Leinì, che non solo non hanno creduto alla storia del decesso della nonna del giovane uomo né tanto meno alla patologia dell’animale.
“Alle 23 circa vengo fermato a bordo della mia autovettura, mentre di ritorno da casa di mia nonna, mancata lo stesso giorno, mi stavo recando alla piazza del paese, per far espletare le funzioni fisiologiche del mio cane. Mi trovavo a 500 metri da casa in auto, ma i carabinieri non hanno voluto sentire scuse”, ha scritto il cittadino.
Dennis ha poi spiegato che il suo cane dopo essere stato aggredito da un animale ha sviluppato una grave infezione alle vie urinarie che comporta la creazione di sabbia nella vescica. “Se cammina troppo, rischia di compattarsi, con la conseguenza di non poter più riuscire ad urinare”, spiega Dennis, motivando perché il cane era in auto con lui.
“Sono stato fermato da due carabinieri che, senza voler sentire alcuna ragione, hanno provveduto a rilasciarmi un verbale da 533 euro asserendo che secondo loro la scusa non era veritiera. Arrivavo da Torino e invece di andare dritto, per recarmi alla piazza Don Amerano, ho svoltato alla rotonda e sono passato dentro il paese. I militari mi hanno detto che portare il cane in piazza non è consentito, perché luogo di assembramento”, prosegue il giovane uomo, denunciando inoltre che i due carabinieri “si sono permessi di mettere in dubbio anche la morte di mia nonna, prendendomi quasi per bugiardo. Infatti, si sono presi tutti i dati di lei, per verificare”.
Al di là della situazione surreale vissuta dal cittadino, convinto di aver subito un’ingiustizia, il buon senso sembra essere svanito del tutto così come la parola “umanità”. Quello che non è stato evidenziato è che la patologia dell’animale potrebbe rientrare in uno stato di necessita. Infatti, l’ordinanza prevede il prendersi cura degli animali e la tutela del loro benessere. Di fronte a casi frequenti simili a questa vicenda registrata a Torino, le associazioni animaliste quali OIPA e LNDC hanno avviato diversi servizi sia per assistere i proprietari affetti da Covid 19 sia in quarantena che ospedalizzati, le famiglie con problemi economici che non riescono a provvedere alle cure dei loro animali e introducendo, recentemente alcuni servizi di supporto legale per i proprietari di animali, vittime di ingiustizie, per accompagnarli in un iter burocratico, aiutandoli a presentare i ricorsi. Considerando che fino al 15 aprile erano sospesi gli scritti difensivi e solo a partire dal 16 scattano i termini dei 30 giorni di presentazione dei ricorsi. Ovvero, a partire dal 16 aprile, è possibile presentare i ricorsi.
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C.D.
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