La storia di Edo, il cane del canile di Brindisi del quale si pensava fosse stato colpito da un ictus: non era così che stavano le cose. Ora, oltre a ricevere delle cure, è stato adottato da una coppia che lo accompagna in tutto.
A volte la vita riserva delle soprese anche nei momenti più bui. Anzi, esistono persone che, nel momento più oscuro della vita, si esaltano e mettono in atto il meglio di loro stessi. Questo vale anche nel mondo animale, con tanta collaborazione e partecipazione. Com’è successo nel caso della vicenda del cane Edo, una nostra vecchia conoscenza. Nonostante l’impossibilità di camminare è stato adottato da una coppia di ragazzi che ha deciso di accompagnarlo in questo “viaggio” negli ultimi anni della sua vita. Una storia ricca di amore e commozione.
Spesso a muoversi è qualcosa che parte dai meandri del nostro essere. Quella voce, piccola, che ci fa fermare, riflettere, indagare su ciò che siamo e poi prendere delle decisioni. A volte, queste decisioni vengono prese per poter far del bene a qualcuno che nella vita è stato più sfortunato di noi.
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Com’è successo al cane Edo, che da anni abitava in un canile di Brindisi. Non solo il canile. Poco tempo fa, come anche noi avevamo raccontato, si pensava fosse stato colpito da un improvviso ictus, dopo che i volontari lo aveva ritrovato, in posizione supina, all’interno del suo box.
Niente di tutto questo. Qualcosa di peggio era dietro l’angolo: discopatia vertebrale. Il cane non può più camminare. Ma dopo l’annuncio messo dalla Lepa di Brindisi, una coppia di Mesagne, comune della stessa provincia di Brindisi, si è fatta avanti per l’adozione. Sono Cecilia e Gianni. La ragazza è una volontaria presso altri centri da quando ha 12 anni, ora ne ha 28. Il compagno, invece, ha da subito approvato e condiviso la scelta di adottarlo.
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Le parole di Cecilia sono un grande e immenso colpo al cuore: “Credo che ognuno di noi abbia una missione particolare nella vita, soprattutto nei confronti di chi è in difficoltà. Appena abbiamo visto la storia di Edo, abbiamo capito che dovevamo aiutarlo. Sia nelle cure, sia nella ginnastica (in quel poco che può fare), ma soprattutto ad accompagnarlo in questo viaggio che è la vita. L’amore che si può dare a un cucciolo in questo condizioni, credo sia il gesto più grande che ognuno di noi può mettere in atto”.
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