Non tutti i mali vengono per nuocere: a insegnarcelo la storia del cane Dora, salvata da un’ernia al disco, ora è diventata un grande camminatrice. Pensare che le cose potevano andare diversamente.
Non tutti i mali vengono per nuocere è un bellissimo slogan che nelle nostre vite dovremmo adottare più spesso, proprio come si fa con un nostro amico a quattro zampe quando lo si adotta: è una sensazione che viene da dentro e alla quale dobbiamo dare una forma d’azione. Così quando viene qualche male: trovare la forza di reagire a tutti i costi.
Certo, a dirlo è una “passeggiata di salute”, a farlo è molto più complicato. Per questo quando si incontrano dei mali, nel corso della nostra vita, affrontarli con più persone o essere viventi accanto è la cosa giusta. Così che quando tocca ai nostri amici a quattro zampe possiamo essere noi a dare una mano a loro, per cercare di mantenerli in vita.
Proprio così: molto spesso, un male che sembrava essere minore, può trasformarsi in qualcosa di terribile. A testimoniare ciò è la storia del cane Dora, che dopo un intervento subito a casa di un’ernia al disco ha persone gambe, o meglio zampe, posteriori, rimanendo paralizzata da entrambi i lati. Per fortuna, però, il suo padrone, di nome Matteo, ha compiuto un gesto che definirlo eroico è poco.
Il cane Dora doveva essere soppresso: il padrone si rifiuta e le dona una vita all’insegna delle passeggiate
Cosa ci spinge a fare determinate scelte rispetto ad altre certe volte proprio non lo sappiamo. E parliamo di quelle dure, da dentro o fuori. Quasi sempre, però, sul nostro cammino incrociamo quella persona a noi sconosciuta pronta a darci una visione diversa. E così è stato per Matteo Rolfo, un operaio di 43, amico inseparabile di Dora.
Tutti, intorno a lui, dopo il brutto intervento che aveva visto Dora rimanere paralizzata in entrambi i lati delle zampe posteriori, gli dicevano che forse era il caso di sopprimerla, per non farla soffrire troppo. Sul cammino di Dora e Matteo, però, è subentrata Francesca Cazzola, una veterinaria del centro dove la stessa cagnolina, di razza cocker, era stata operata.
Quest’ultima ha consigliato a Matteo di tenerla in vita e di apportare il famoso carrellino alle sue gambe, di modo che la piccola, col tempo, potesse abituarsi a camminare con lo strumento poc’anzi citato. E così è stato. Dora, nonostante il totale inutilizzo delle zampe posteriori, è riuscita a riprendersi la sua vita. Non solo: ora, tutti e tre (assieme a loro vive anche un altro cane di nome Red), se ne vanno a passeggiare sulle montagne piemontesi, ove ogni tanto ci scappa anche qualche bagnetto dentro qualche lago, il posto preferito di Dora.
Matteo ha sottolineato come questo gesto gli abbia dato una grande fiducia nel corso della vita stessa, tanto che Red, l’altro cane, è stato adottato dal rifugio Paquito (dove lui stessi fa il volontario) all’età di 11 anni, per dare a lui una vecchiaia tranquilla e felice. Un gesto, una chiacchierata in più, un modo diverso di concepire la vita, può darci quella voglia di combattere contro tutto e tutti, perché il limite esiste solo nel nostro cervello. Dora e Matteo ne sono un esempio lampante.
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